25 anni di Pokémon: storie e curiosità sul fenomeno dei mostriciattoli tascabili
Oggi i Pokémon compiono 25 anni. Risale al 1996 la pubblicazione in Giappone di Pokémon Verde e Pokémon Rosso su Gameboy, la console portatile di Nintendo. Edizioni che arriveranno in Occidente solo nel 1998, con la versione Blu a sostituire quella Verde. Quello che infatti molti dimenticano è che l'origine dei mostriciattoli tascabili è da rintracciare nei videogiochi, cui poi hanno fatto seguito film, serie anime, giochi di carte collezionabili, gadget, merchandising, app e molto altro ancora.
Il fenomeno Pokémon
Una diffusione di massa esplosiva che ancora oggi trova grande riscontro: il 26 febbraio scorso sono stati annunciati nuovi videogiochi a tema Pokémon per Nintendo Switch, tra cui il nuovo capitolo in esclusiva Pokémon Legends Arceus previsto nel 2022; la serie anime è ancora in corso con 1.122 episodi (il primo episodio trasmesso in Italia risale al 2000); le carte collezionabili rappresentano tutt'ora un florido mercato di appassionati; e che dire dell'impatto di Pokémon GO? Tutto questo fa capire la portata del fenomeno Pokémon che in 25 anni di vita si dimostra inarrestabile nell'unire generazioni di grandi e piccini. Un fenomeno partorito in Giappone, dalla mente dell'informatico e appassionato di insetti Satoshi Tajiri (il primo pokémon da lui invetato è Rhydon), e in seguito estesosi nel resto del mondo. Per l'importante anniversario, ribattezzato ufficialmente P25, The Pokémon Company ha organizzato una serie di eventi, tra cui un concerto in streaming con il rapper Post Malone.
Il giro d'affari
In occasione di P25, il Sole24Ore ha pubblicato un articolo in cui riassume il valore sul mercato di Pokémon. Si riporta qualche dato: intanto è uno dei brand più remunerativi per Nintendo, in competizione solo con un'icona longeva come Super Mario. Questo perché la storica compagnia giapponese è azionista sia di The Pokémon Company che di Niantic, la casa di sviluppo di Pokémon GO. Pare infatti che i videogiochi dedicati ai mostriciattoli tascabili abbiano salvato Nintendo da più crisi affrontate nel corso degli anni. In generale Pokémon è ad oggi il marchio multimediale più pregiato al mondo con vendite stimate di 100 miliardi di dollari. Tali successi non riguardano esclusivamente i videogiochi, ma vanno a toccare anche la serie anime e il gioco di carte collezionabili, che a sua volta ha avuto ripercussioni positive pure su Twitch, la piattaforma di dirette in streaming principalmente dedicata al gaming.
Il lato oscuro dei pokémon nella cultura di internet
Al di là dei numeri da capogiro, l'influenza che i pokémon hanno avuto in 25 anni di storia sul piano della cultura pop è evidente anche dalla florida reinterpretazione (macabra) che ne è stata fatta nel mondo di internet. Di creepypasta sui pokémon, ossia di leggende dell'orrore nate sul web, ce ne sono a bizzeffe. Riguardano soprattutto i videogiochi. Il creepypasta più conosciuto è quello della Sindrome di Lavandonia, secondo cui le prime edizioni di Pokémon Rosso e Verde presentavano una melodia con tonalità binaurali in grado di provocare malesseri psico-fisici ai bambini e alle bambine giocanti, fino a spingerli al suicidio. Oppure vi è una leggenda che riguarda la serie animata, secondo la quale l'avventura di Ash Ketchum è solo un sogno, in quanto il ragazzino, dopo essere stato colpito dal fulmine di Pikachu al primo incontro, è finito in coma. Il macabro legato a Pokémon riguarda anche il mondo reale: risale al 2018 la pubblicazione di Plaguemon, dell'hacker cosentino Michele ‘Hiki' Falcone, che ha realizzato una versione alternativa di natura splatter di Pokemon Rosso in cui mondo e personaggi sono deturpati da un disastro nucleare. La narrazione horror nata spontaneamente nel web attorno a Pokémon rafforza la sua essenza di fenomeno culturale, già ribadita dall'impatto sul mercato e dal successo della produzione ufficiale.