L’Agenda Digitale ora è legge, pochi fondi e rischio slittamento per l’Agenzia

L'Agenda Digitale Italiana è realtà. Una legge sicuramente perfettibile, la cui copertura economica è ancora incerta ma allo stesso tempo un enorme passo avanti, dopo i ritardi subiti negli ultimi mesi. La Camera si è espressa con 261 voti favorevoli, 55 contrari e la prevedibile astensione del Pdl, così come accaduto in Senato.

L'approvazione non coincide certo con la chiusura del cerchio e sono molti ancora gli interrogativi aperti, in primis quelli sulla copertura economica. Il Ministro Corrado Passera, uno dei principali fautori del decreto, ammette la difficoltà nel reperire fondi "in un contesto economico difficile" e la chiusura anticipata della legislatura rischia ancora di più di complicare le cose. Il via libera della Camera infatti era un passaggio quasi scontato ma le dimissioni di Monti mettono una pesante ipoteca sull'approvazione dei decreti attuativi, fondamentali per dare sostanza all'intero apparato normativo.

Il rischio è quello di "scaricarli" sul prossimo esecutivo, che ne valuterà la priorità nei piani di governo. Si tratta certo di un'approvazione formale, la stessa necessaria per l'avvio della tanto attesa Agenzia Digitale Italiana, legata a doppio filo all'approvazione proprio dei decreti. Intanto si complica anche la situazione del direttore appena nominato, Agostino Ragosa; l'approvazione del suo contratto infatti deve passare al vaglio di ben cinque uffici competenti dei relativi ministeri che convergono nell'agenzia e il cambio della guardia rischia di ritardare ulteriormente il passaggio burocratico.