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Alisa, l’hacker accusata di aver lavorato con la Russia per hackerare le elezioni Usa

Si chiama Alisa Shevchenko e la sua azienda, Zor Security, è finita nella lista delle realtà sanzionate dal Presidente Obama in seguito agli attacchi hacker che hanno colpito le ultime presidenziali Usa.
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A cura di Marco Paretti
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Si chiama Alisa Shevchenko e la sua azienda, Zor Security, è finita nella lista delle realtà sanzionate dal Presidente Obama insieme ai nomi di 35 agenti dei servizi segreti russi. L'accusa è quella di aver interferito nelle ultime elezioni politiche, accedendo ai database dei democratici e delle organizzazioni vicine al partito per poi divulgare i dati sensibili e "scomodi" con l'obiettivo di togliere consensi a Hillary Clinton. Secondo il governo americano, anche l'azienda guidata dalla Shevchenko avrebbe contribuito ad interferire con le elezioni e modificare l'opinione pubblica.

Secondo le accuse, la sua Zor Security sarebbe al servizio dei servizi segreti russi e lei sarebbe una degli hacker più attivi nella cyberguerra online. Dal canto suo, però, Alisa nega tutto dicendosi furiosa per l'inclusione della sua azienda nella lista delle sanzioni, respingendo ogni accusa di aver lavorato per il governo russo. "Una giovane donna hacker e la sua piccola azienda sembrano un bersaglio perfetto per trovare un colpevole innocente" ha spiegato durante uno scambio di email criptato con il The Guardian, al quale ha spiegato di trovarsi "in una zona di campagna a poche ore da Bangkok".

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Secondo Alisa, le autorità americane sono colpevoli di una "interpretazione tecnicamente incompetente dei fatti" o sono state portate fuori strada da "un'operazione volta ad incastrare la mia azienda". In quest'ultimo caso, spiega l'hacker, l'interesse nel trovare un capro espiatorio potrebbe essere sia dell'intelligence americana che di quella russa, entrambe possibilmente intenzionate a nascondere i reali colpevoli. "Non ho tanti soldi, potere o connessioni a supportarmi per ribattere alle accuse" ha continuato.

"Sono stata avvicinata diverse volte da persone che lavorano per il governo russo" ha spiegato. "Ma non ho mai accettato le loro proposte". Nel frattempo sul suo profilo Twitter, dove scrive sotto lo pseudonimo di @badd1e, la giovane esperta di sicurezza informatica ha criticato la copertura mediatica ricevuta dalla notizia, accusando i giornalisti di aver "trasformato le mie frasi in meme per massimizzare i click" e annunciando di non voler più rilasciare dichiarazioni. Elisa si è definita una "tipica ragazza introversa e geek", ma non ha voluto fornire al Guardian la sua età: "Se vi serve davvero un numero potete immaginarlo guardando le mie fotografie". Nel 2004 si è unita a Kaspersky Lab, un'azienda russa di sicurezza famosa in tutto il mondo, per poi abbandonarla e creare la propria azienda, inizialmente chiamata Esage Lab. "Non lavoro con i cretini" ha spiegato. "Lavoro solo con gente onesta e aperta con la quale mi trovo bene". D'altro canto, come ammette la stessa hacker, la notizia le ha portato una certa dose di notorietà. "Ho ricevuto diverse offerte di lavoro e di collaborazione in seguito all'inclusione nella lista delle sanzioni" conclude.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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