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Amazon sceglie che serie distribuire assieme ai propri utenti e supera Netflix

È iniziato quel periodo dell’anno in cui Amazon fa vagliare i piloti delle serie che potrebbe produrre ai suoi utenti Prime. Il primo caso di produttore e distributore che collabora con gli spettatori per decidere cosa vogliano vedere.
A cura di Gabriele Niola
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È un anno che anche Amazon si è buttato nella produzione di serie, le chiama Amazon Original e hanno la curiosa caratteristiche che per entrare in produzione devono essere approvate dagli utenti di Amazon Prime Instant Video (cioè quelli che pagano di più). A loro Amazon mostra diversi piloti ogni anno e lascia che votino cosa vogliono continuare a vedere e cosa no. Si tratta del medesimo sistema attraverso il quale produttori e canali televisivi approvano le serie tv come le conosciamo: a partire da un pilota se ne valuta l’interesse e la fattibilità. Solo che in questo caso è la parte più assidua del pubblico a farlo.
L’anno scorso ad esempio sono diventate serie tv con una stagione tra gli 8 e i 13 episodi Tumble Leaf (animata e per bambini), Transparent (su una famiglia di trans con il grandissimo Jeffrey Tambor), Mozart in the jungle (sulla vera storia di un oboista drogato con Malcolm McDowell e Gael Garcia Bernal, scritta da Roman Coppola e Jason Schwartzman), The after (di fantascienza, scritto da Chris Carter, il creatore di X-Files) e Bosch (un poliziesco).
Mentre quest’anno sono stati scelti e stanno diventando serie piloti come Hand Of God (con Ron Perlman) o Red Oasks (prodotto da Steven Soderbergh).

Se Netflix raramente commissiona delle serie (è stato il caso della nuova stagione di Arrested development) e invece tende a comportarsi più come un canale televisivo (del resto ne ha i numeri) comprando progetti di grossi autori come è capitato con House of cards, Amazon che dovrebbe essere il suo rivale diretto dimostra di avere tutta un’altra idea in grado di cambiare sia il business della distribuzione che quello della produzione.
Il colosso della vendita di praticamenta qualsiasi cosa, che da diversi anni è nel commercio di file musicali e da un po’ di meno in quello di film e serie con Amazon On Demand (in Italia non è arrivato ma in America grazie al suo catalogo molto fornito dà battaglia), è evidente che sta facendo un passo più in avanti rispetto al crowdfunding, senza chiedere i soldi agli spettatori ma chiedendogli cosa vogliano vedere finanziato.

Non è un mistero che solitamente ciò che vediamo (cioè i progetti che produttori e distributori approvano) non è esattamente quel che vogliamo quanto ciò che i produttori pensano che vogliamo basandosi su cosa ha funzionato in passato. Per questo non è difficile notare la presenza di molti prodotti simili tra loro o che a diverse ondate arrivino parecchi polizieschi o parecchia fantascienza o moltissime commedie. Amazon, nonostante non possa vantare un catalogo prestigioso come quello di Netflix, prova quindi a collaborare con i suoi stessi utenti per concertare cosa produrre, non proponendosi più come un vecchio distributore in un nuovo medium ma come qualcosa di nuovo.

Quest’anno (e in questi giorni) gli utenti di Amazon Prime sono portati a votare quel che preferiscono tra i piloti di Point of honor (da Carlton Cuse una storia di schiavi liberati alla vigilia della guerra civile americana con Nathan Parsons di True Blood), The man in the high castle (adattamento della storia di Philip K. Dick “La svastica sul sole”, in cui si ipotizza cosa sarebbe successo se Germania e Giappone avessero vinto la seconda guerra mondiale), Cocked (storia di un uomo che ritorna alla propria famiglia dopo vent’anni che non lo vedevano), Mad Dogs (40enni che si reincontranno dopo anni, ma è una commedia), Salem Rogers (una modella riprende le redini della sua vita dopo diversi anni di rehab, anche qui è una commedia), Down Dog (un uomo noto per essere bello va in crisi dopo aver rotto con la fidanzata).
I progetti che saranno approvati vedranno la luce l’anno prossimo (il tempo di girare, montare e programmare).

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