video suggerito
video suggerito

Anche Google sceglie la censura sui suoi blog

Dopo il caso Twitter che ha animato numerose polemiche negli scorsi giorni, anche la piattaforma blog di Mountain View ha deciso di introdurre i limiti geografici delle sue pagine, in caso di richiesta da parte delle autorità. Dopo la piattaforma di microblogging, un altro passo falso verso la censura.
A cura di Angelo Marra
1 CONDIVISIONI
Anche-Google-sceglie-la-censura-sui-suoi-blog

Ancora brutte notizie sul fronte della libertà di informazione in rete. Qualche giorno fa Twitter ha deciso di introdurre la possibilità di limitare alcuni profili o argomenti a seconda delle nazioni che visitano la piattaforma. La cosa naturalmente ha scatenato una bufera su internet, dove il social network è stato accusato di aver ceduto alle mire censorie dei diversi paesi interessati pur di non rinunciare ad accedere a più mercati possibili.

Nonostante il pessimo impatto della decisione di Twitter, anche Google con la sua piattaforma Blogger ha deciso di seguire le orme dell'uccellino blu, introducendo la stessa identica funzione nel suo servizio.

Secondo Google la mossa si è resa necessaria per evitare che sia la magistratura a dover richiedere la rimozione di contenuti che in un determinato paese possono violare la legge, ma se si da un'occhiata a dove e perchè questa opzione viene esercitata in maniera costante è facile dedurre come sia uno strumento comunemente adoperato per limitare la libertà di informazioni in nazioni governate da dittature o simili.

Sono paesi come la Cina, l'Iran e la Corea del Nord quelli dove i motori di ricerca come Google sono maggiormente filtrati, quelli dove a tantissime voci ricercate risponde la famigerata pagina 404 e di sicuro sono quelli che maggiormente usufruiranno di un'opzione del genere.

La limitazione geografica è madre della censura e rappresenta l'antitesi dei principi base su cui si fonda la rete. È di sicuro preoccupante che un gigante del calibro di Google decida di aderire ad un principio simile, decisamente contrario al principio “Don't be Evil” con cui BigG ama tanto fregiarsi.

Dal canto suo Mountain View ha risposto alle critiche garantendo la possibilità per gli utenti di disattivare la geolocalizzazione in modo da non avere limitazioni durante la lettura, ma già il fatto che Google abbia deciso di suddividere per nazioni le sue pagine blog fa presagire scenari futuri tutt'altro che rassicuranti.

1 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views