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Anonymous, petizione ad Obama per rendere gli attacchi DDoS una forma di protesta legittima

La provocazione lanciata dal team di pirati informatici sul sito che si occupa di raccogliere le petizioni destinate alla Casa Bianca. Oltre le 25mila firme il Presidente sarà costretto a prendere in considerazione la richiesta.
A cura di Angelo Marra
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Ci siamo già occupati in passato di alcune petizioni "particolari" rivolte al Presidente degli Stati Uniti dai suoi elettori (come dimenticare la "richiesta della costruzione di una Morte Nera" in dotazione all'esercito USA, che ha raggiunto le 34mila firme) ma quella lanciata da Anonymous è sicuramente da non sottovalutare, soprattutto alla luce dei numerosi episodi di cronaca che hanno visto protagonisti i cyber pirati. Il team di hacker ha infatti inoltrato formale richiesta sul portale che si occupa delle petizioni indirizzate alla Casa Bianca, per il riconoscimento degli attacchi DDoS come forma legittima di protesta e non come azioni illegali.

Si tratta naturalmente di una provocazione (Anonymous non ha certo bisogno di autorizzazioni o legittimazioni per portare a termine i suoi attacchi) basata però su un assunto molto semplice. Le manifestazioni di protesta tradizionali, come quelle portate avanti dal movimento Occupy, consistono nell'occupazione appunto di spazi pubblici da parte di numerose persone organizzate, lo stesso principio alla base degli attacchi DDoS, un accesso multiplo da parte di migliaia di utenti simultaneamente su di un server, che finisce per collassare a causa delle numerose richieste. Se le prime sono garantite dalla Costituzione, perchè lo stesso principio non può essere applicato anche al mondo virtuale?

Anonymous ha così messo nero su bianco la sua proposta, pubblicata sul sito We The People, anche se la petizione al momento ha ricevuto un'accoglienza abbastanza fredda, poco più di 800 voti, numeri lontani da quelli che ci si aspetta da un movimento così forte e diffuso. La petizione però potrebbe rivelarsi qualcosa di più di una semplice provocazione; se superasse infatti le 25mila firme, il Presidente Obama sarebbe costretto a prenderla in considerazione, un'ipotesi quantomeno singolare vista la provenienza della richiesta.

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