Non sono 862,4 milioni di dollari, ma la multa inferta ad Apple è comunque sostanziosa: 234 milioni di dollari per aver violato un brevetto depositato dalla University of Wisconsin-Madison. In particolare, la Wisconsin Alumni Research Foundation ha fatto causa ad Apple durante il febbraio dello scorso anno, affermando che i processori A7, A8 e A8X utilizzati negli iPhone 5S, 6 e 6Plus utilizzano una tecnologia sviluppata all'interno dell'Università americana e brevettata nel 1998. La cifra finale che Apple dovrà pagare è inferiore sia a quella ipotizzata durante il processo (862,4 milioni di dollari) che a quella richiesta dalla fondazione (400 milioni di dollari).
Apple ha immediatamente dichiarato di voler fare appello, ma non ha ancora rilasciato dichiarazioni al riguardo. L'università americana, invece, ha applaudito il verdetto definendolo un elemento importante per proteggere le invenzioni universitarie da un utilizzo non autorizzato. "Questa decisione rappresenta una grande notizia" ha dichiarato Carl Gulbrandsen, Managing Director del WARF, in una nota. L'azienda di Cupertino ha già provato a contrastare la causa lo scorso aprile, quando si è appellata al Patent and Trademark Office chiedendo di rivalutare il brevetto della WARF, una richiesta poi respinta.
Secondo Apple la WARF potrebbe chiedere solo 7 centesimi per unità venduta e non, come invece ha preteso, 2,74 dollari per smartphone. La Wisconsin Alumni Research Foundation è conosciuta come una delle "patent troll" più pericolose. Un termine che indica persone o aziende che brevettano molte tecnologie con l'obiettivo di fare causa a chi poi si ritrova inconsapevolmente ad utilizzarle per i propri prodotti. Il brevetto in questione è già stato utilizzato più volte contro aziende tech, compresa Intel che però è scesa a compromessi prima di avviare il processo.
Durante il processo i legali di Apple hanno chiamato in causa proprio l'accordo preso tra la fondazione e Intel, il quale ha portato l'azienda tecnologica a pagare 110 milioni di dollari per non proseguire con la causa. "Meritavano molto di meno" hanno affermato i legali dell'azienda di Cupertino. La stessa fondazione ha peraltro fatto nuovamente causa ad Apple lo scorso mese per l'utilizzo di una tecnologia brevettata all'interno dei nuovi processori A9 e A9X, il cuore di iPhone 6S, 6S Plus e del nuovo iPad Pro. Quest'ultima causa non rientra nella sentenza del tribunale emessa negli scorsi giorni.