Apple, mai così male a Wall Street, perso in un anno il 40%
Chi pensava che con la morte di Steve Jobs per Apple sarebbe cominciato un periodo di profonda crisi non aveva tutti i torti. Certo, si tratta di una delle realtà tecnologiche (e non) più solide attualmente presenti sul mercato, eppure nonostante la produzione di nuovi modelli di computer e device mobili per Cupertino questo rappresenta uno dei momenti peggiori della storia della compagnia. Sotto la direzione di Jobs Apple è arrivata ad essere la prima società al mondo per capitalizzazione, superando persino un gigante petrolifero del calibro di Exxon, raggiungendo un valore incredibile di 623 miliardi di dollari. Tutto questo accadeva lo scorso anno, quando gli effetti della scomparsa di Jobs non avevano ancora mostrato i propri segni.
Da allora le cose sono molto cambiate, sotto la direzione di Tim Cook l'azienda è cresciuta ma non ha saputo conquistare investitori e clienti con la genialità e l'innovazione che avevano caratterizzato gli anni d'oro della compagnia e per Apple è cominciato un lento ma all'apparenza inarrestabile declino. In pochi mesi la Mela è scesa fino a 400 miliardi di valore (rispetto ai 623 di agosto 2013), ha ceduto il primato per capitalizzazione nuovamente alla Exxon e, forse l'aspetto più preoccupante per l'azienda, ha ridotto di molto le distanze con il suo principale competitor, Google, che di contro sta vivendo uno dei momenti di maggiore crescita e sviluppo.
Mountain View infatti è diventata nelle ultime settimane la terza società al mondo per capitalizzazione, sfondando la soglia degli 800 dollari ad azione e continuando la sua opera di avvicinamento a Cupertino. Con questi ritmi il sorpasso potrebbe avvenire nel giro di pochi mesi, anche se sappiamo quanto il mercato sia altalenante e quanto le novità che verranno presentate quest'anno da entrambi i fronti possano in poco tempo rivoluzionare la situazione.