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Auricolari, un gruppo di ricercatori svela il mistero dei nodi nei cavi

Un gruppo di ricercatori dell’Università della California ha studiato e risolto il fenomeno che caratterizza i fastidiosissimi nodi che si creano, in maniera del tutto casuale, nelle cuffie auricolari.
A cura di Dario Caliendo
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Nell'era di iPod, iPhone, smartphone e lettori mp3, c'è un male comune che affligge gran parte degli utenti: il tempo perso per districare i nodi che si formano nei cavi delle cuffie. Se si arrotola il cavo delle cuffie in modo frettoloso e disordinato, è inevitabile che i cavo si trasformi in un terrificante groviglio, che potrebbe addirittura arrivare a comprendere ben 120 tipologie nodo.

E' questo quanto è stato scoperto da un gruppo di fisici dell'Università della California, che hanno studiato il fenomeno e ne hanno tentato di spiegare esattamente le cause utilizzando una serie di simulazioni al computer.

L'esperimento

A prescindere dei motivi che hanno spinto un gruppo di ricercatori di una delle più importanti Università della California a studiare un fenomeno superficialmente dalla dubbia importanza, l'esperimento che ha portato alla soluzione del problema è stato realizzato inserendo un cavo all'interno di una scatola in una posizione casuale, che successivamente è stata lasciata cadere per verificare la probabilità di formazione dei nodi. Aperta la scatola i fisici hanno scattato una fotografia digitale e l'hanno studiata utilizzando una particolare teoria matematica per analizzare i nodi formati, con la quale sono giunti alla conclusione che praticamente la totalità dei grovigli rilevati nel cavo sono dei "nodi primari".

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Dopo aver ripetuto l'esperimento per 3415 volte ed aver analizzato almeno 11 nodi ad esperimento, i ricercatori sono giunti alla conclusione che i grovigli che si formano nei cavi delle cuffie tendono quasi sempre a formare una struttura a spirale. Una struttura molto simile a quella che caratterizza le tradizionali bobine e che potrebbe facilmente essere districata individuandone i nodi principali.

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Lo studio pubblicato dai ricercatori californiani è parte di una ricerca molto più ampia e strutturata che tende ad analizzare anche le leggi fisiche che caratterizzano la casualità della formazione dei nodi. Un fattore importante, con un ruolo di rilievo in molti campi scientifici, a partire dalla teoria quantistica fino ad arrivare alla biochimica del DNA.

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