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Beme, l’applicazione che dona autenticità alla condivisione dei video

La condivisione è un aspetto ormai fondamentale del web: milioni di video, foto, selfie e svariati contenuti catturati tramite la fotocamera del nostro smartphone vengono condivisi ogni giorno online, ma questi sguardi sul mondo sono davvero autentici? Se l’è chiesto Casey Neistat, videocamere responsabile della creazione di Beme, una nuova applicazione che promette una condivisione senza filtri.
A cura di Marco Paretti
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La condivisione è un aspetto ormai fondamentale del web: milioni di video, foto, selfie e svariati contenuti catturati tramite la fotocamera del nostro smartphone vengono condivisi ogni giorno online, ma questi sguardi sul mondo sono davvero autentici? Se l'è chiesto il videomaker americano Casey Neistat, passato da giornalista e attualmente star di YouTube e responsabile della creazione di diversi (intelligenti) spot per molti marchi famosi, tra cui Mercedes e Vogue. La sua risposta si chiama Beme, una nuova applicazione che promette la condivisione di ritagli di vita senza per questo distrarre l'utente che li registra.

Spesso, spiega Neistat, teniamo lo smartphone davanti al nostro volto per registrare un filmato, "isolandoci" proprio dal contesto che stiamo documentando. Allo stesso modo, quando scattiamo un selfie siamo sempre portati ad osservare lo schermo – e quindi noi stessi – piuttosto che concentrarci sulla videocamera. Fare in modo che lo smartphone non rappresenti più un ostacolo tra noi e il mondo permetterà di registrare esperienze più autentiche. Nasce così Beme, un'applicazione basata sull'invio di brevi video da 4 secondi che, una volta visti, si autodistruggono come avviene già in applicazioni come Snapchat.

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La vera novità, però, è nel metodo di registrazione: Beme sfrutta il sensore di prossimità per avviare la registrazione, quindi non possiamo semplicemente premere un pulsante e portare lo smartphone davanti al nostro volto per registrare un video. Neistat mostra le funzionalità della sua applicazione avvicinando il dispositivo al proprio petto o appoggiandolo ad un muro, in questo modo i video catturati sono più personali e l'intera operazione è meno invasiva. Seguendo questa filosofia, non c'è modo di riguardare i filmati o editarli prima di inviarli ai nostri follower: una volta registrato, il video viene condiviso automaticamente.

All'interno della schermata principale di Beme è possibile osservare un elenco dei video pubblicati dai nostri contatti – o dalle persone ritenute più interessanti – e aprirli tenendo premuto sul nome dell'utente. Una volta visto, il filmato viene perso per sempre. Non sono presenti cuori o Mi piace, solo un sistema di reazioni che prevede l'invio di selfie. "Inviare le reazioni è la mia parte preferita dell'app" ha spiegato Neistat. "È semplicemente fantastico essere in grado di osservare le persone mentre guardano i tuoi contenuti". Attualmente l'applicazione è disponibile gratuitamente su App Store – arriverà anche su Android – ma per cominciare a pubblicare video è necessario attendere il proprio turno nella lista d'attesa o utilizzare un codice per l'accesso anticipato. L'applicazione è ancora in una fase iniziale, ma le potenzialità per creare una comunità ben fornita – l'obiettivo del suo creatore – ci sono e sono molto interessanti.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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