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Bill Gates Due Facce: per Paul Allen è un tiranno, per il terzo mondo un eroe

Paul Allen scrive un’autobiografia in cui racconta della sua esperienza in Microsoft e della relazione professionale e personale con Bill Gates.
A cura di Anna Coluccino
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Paul Allen e Bill Gates sono amici fin dai tempi del liceo e, per quanto ne sapevamo, erano rimasti tali anche dopo l'uscita di Allen dal CdA di Microsoft, avvenuta nel 2000 per problemi di salute. E invece pare proprio che l'amicizia sia finita, o quanto meno appare palese il disinteresse di Allen nel mantenere rapporti cordiali con Gates. Il prossimo 17 aprile, infatti, uscirà negli USA un'autobiografia dal titolo Idea Man: A Memoir by the co-founder of Microsoft, un libro che comincia a far discutere ancor prima  della sua diffusione nelle librerie per la crudezza (qualcuno dice l'inesattezza) delle informazioni in esso contenute. Stando a quanto scrive Allen, infatti, non solo il successo di Microsoft dipenderebbe essenzialmente da lui, ma Gates sarebbe un ingrato "tiranno aggressivo", un mercenario interessato esclusivamente al ritorno economico di ogni sua attività e per nulla attento alle difficoltà ed ai drammi di chi lo circonda. Ad esempio, stando a quanto dichiarato da Allen, quando al co-fondatore di Microsoft venne diagnosticato un linfoma di Hodgkin, Bill Gates e Steve Ballmer avrebbero complottato per estrometterlo il più possibile dagli affari della società, mettendo in atto un vero e proprio protocollo di mobbing. E non è tutto, Allen sostiene anche che il contributo di Gates al successo della società sia decisamente inferiore a quello che egli stesso ha fornito, senza mai ottenere alcun adeguato riconoscimento per il suo lavoro.

Secondo Carl Stock, ex collaboratore di Microsoft che ha lavorato a stretto contatto con entrambi, le parole di Allen non trovano riscontro nella realtà da lui osservata per circa vent'anni. Stock, infatti, afferma che il pur rulevante contributo di Allen non sia paragonabile a quello dato da Gates.

Comunque, quello che Allen fa di Bill Gates è un ritratto che mal si conforma all'immagine pubblica del papà di Microsoft, specie se si considera che da quasi tre anni Gates è uscito del tutto dalla gestione dell'azienda per dedicarsi in maniera esclusiva a  molteplici attività filantropiche, tra le quali spicca il sogno, espresso a più riprese, di vaccinare contro le principali malattie tutta la popolazione infantile della Terra.

Volendo credere ad entrambe le versioni, quindi, esisterebbero due Bill Gates: uno votato alla solidarietà ed un altro interessato solo ad denaro.

Naturalmente, essendo nerd dentro, non ho potuto fare a meno di figurarmi Bill Gates nei panni di uno dei personaggi DC Comics più amati di sempre, un personaggio che deve la sua fame al fumetto Batman, la cui frase più celebre è "O muori da eroe, o vivi troppo a lungo da diventare il cattivo", naturalmente sto parlando di Due Facce (Two Faces), brillante avvocato di Gotham City: idealista, votato alla giustizia, fiero, affascinante, integerrimo, amico carissimo di Bruce Wayne. Il personaggio di Due Facce, ad un certo punto della storia, viene orribilmente sfigurato, e le sofferenze patite consentiranno l'insorgere di un alter ego: ossessivo, paranoico, spietato crimanale, nemico giurato di Batman.

Ora, volendo prendere per buono il racconto di Allen, è così che dovremmo immaginarci Bill Gates, come un essere umano dalla doppia personalità? Ovvero: spietata quando si tratta di affari, caritatevole quando si tratta di infanzia, ecologia e compagnia cantando? Naturalmente non sto dicendo che sia vero, ma in linea di principio, le due cose non sono necessariamente inconciliabili, anche i cattivi più cattivi possono avere un lato tenero, così come i buoni possono facilmente nascondere un tremendo lato oscuro.

I personaggi monodimensionali non esistono, nemmeno nei racconti fantastici, hanno sempre (come minimo) Due Facce.

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