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Intervista a Omar Al Fakir, designer di Blocks, lo smartwatch modulare [VIDEO]

Apertamente ispirato al Project Ara di Google, Blocks è il primo smartwatch progettato con una struttura modulare, una particolare tecnologia che darà agli utenti la piena possibilità di personalizzazione e di espansione del dispositivo, e che di fatto rivoluziona il concetto di “Open platform” con un’idea tanto geniale quanto complessa nella realizzazione.
A cura di Dario Caliendo
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Il concetto di dispositivo modulare non è nuovo, per niente. Quando si pensa a un dispositivo progettato in base a questa struttura è ormai naturale il collegamento al Project Ara di Google, un progetto sul quale è a lavoro il colosso di Mountain View e che vede come protagonista indiscusso uno smartphone composto da blocchi intercambiabili e totalmente personalizzabile dall'utente. Un'idea geniale, nata in realtà nei laboratori di Motorola, che però fonda le sue origini su una delle caratteristiche fondamentali dei PC.

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E già, perché se nel 2014 il computer assemblato è ormai dedicato a una nicchia ristrettissima di nerd e appassionati che preferiscono comporre i propri personal computer con le proprie mani e in base alle proprie esigenze, la forte diffusione di smartphone, tablet e computer portatili ha fatto finire nel dimenticatoio un decennio di storia dei computer domestici, quando i PC basati su processori Intel i386 o Intel 80386 (comunemente conosciuti semplicemente come 386) iniziavano a entrare nelle case delle persone, ed erano di fatto assemblati e composti da una serie di componenti hardware scelti proprio dagli utenti stessi.

E se si facesse un passo indietro? e se si desse la possibilità agli utenti di assemblare anche il proprio smartwatch proprio come si fa con i computer? è questa l'idea alla base di Blocks, un progetto molto ambizioso sul quale è a lavoro un team londinese composto da giovani laureandi che, a differenza di quanto accade solitamente, sono riusciti a unire l'utile al dilettevole e a trovare un impiego part-time in un'azienda che (si spera) presto produrrà uno degli smartwatch più interessanti degli ultimi tempi e che fa parte dei finalisti del concorso Make It Wearable di Intel, un'iniziativa con la quale il colosso della tecnologia ha coinvolto sviluppatori e ingegneri di tutto il mondo, finanziandoli, e spingendoli a realizzare le proprie idee grazie all'utilizzo del processore Edison, una CPU dalle enormi potenzialità e dalle piccolissime dimensioni.

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Comprendere i vantaggi di un dispositivo indossabile modulare è semplice. Basti pensare alle ingenti necessità di batteria di alcuni utenti ai quali viceversa potrebbe non interessare un modulo GPS integrato nel dispositivo, oppure alle persone che avrebbero bisogno di sensori per il fitness o di sensori adatti alle escursioni come un GPS e un altimetro, fino ad arrivare a quelle che desidererebbero uno smartwatch del tutto indipendente dallo smartphone e vorrebbero integrare una SIM per la connesione dati, così come un chip per l'NFC, una fotocamera e così via.

Le possibilità sono tantissime, ma associate al concetto di "piattaforma aperta" sul quale si fonda lo sviluppo di Blocks potrebbero diventare infinite, grazie alla possibilità che la startup darebbe agli utenti e alle aziende di progettare e sviluppare non solo le applicazioni per lo smartwatch, ma anche i singoli moduli hardware, in modo da poterne espandere esponenzialmente le funzionalità.

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Un'idea geniale che teoricamente eliminerebbe tanti limiti dei dispositivi indossabili, ma che senza un complesso lavoro di ottimizzazione del software e della user experience, rischia di essere frenata a monte da una forte frammentazione, una naturale conseguenza delle tantissime variabili hardware che caratterizzerebbero lo smartwatch. Insomma, spesso pensare troppo in grande porta a pochi risultati e costruire una piattaforma hardware e software da zero non è roba da poco, soprattutto considerando le diverse interfacce grafiche e le diverse modalità di visualizzazione dei pannelli che verrebbero con il tempo integrati nel progetto, e che varierebbero non solo per le dimensioni e il formato, ma anche per la tecnologia utilizzata. Ma, a quanto pare, i ragazzi di Blocks ci stanno riuscendo.

Per gestire al meglio la frammentazione, e archiviata l'opzione Android Wear che di fatto taglierebbe le gambe alla compatibilità con i dispositivi iOS, Blocks sarà animato da un sistema operativo proprietario totalmente basato sul cloud, che sarà compatibile con tutte le più importanti piattaforme mobili.

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Attualmente Blocks è ancora in fase di sviluppo, ma manca davvero poco: a partire da domani, sarà aperta una prima fase di preordini che coinvolgerà mille persone, che avranno la possibilità di finanziare il progetto con una donazione di 50 dollari, grazie ai quali otterranno una sorta di membership con l'azienda e che saranno scalati dall'acquisto del dispositivo, che gli sarà venduto a un prezzo "molto scontato". Entro i primi mesi del 2015 inizierà un'ulteriore campagna di crowdfunding su Kickstarter.

L'azienda ha annunciato che il prezzo al pubblico del dispositivo sarà intorno ai 150 dollari e che il costo di ogni singolo modulo varierà tra i 20 e i 40 dollari, in funzione della componentistica utilizzata.

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