Calzolari, followers fasulli, minacce di morte e tanta pubblicità
La questione dei followers fasulli di Beppe Grillo comincia ad assumere toni grotteschi. Il suo autore, il docente della IULM Marco Camisani Calzolari, afferma di aver ricevuto numerose minacce di morte rivolte verso lui e la sua famiglia, oltre ad una mail in circolazione nella quale si inneggia ad un attacco alla sua persona, proveniente va senza dire dai noti brigatisti bolscevichi del Movimento 5 Stelle. Il tutto naturalmente riportato a caratteri cubitali da tutta la stampa, con il Corriere della Sera in prima fila che parla di "minacce" al povero professore.
Mentre lo "scandalo" dei followers falsi comincia a perdere di ogni credibilità scientifica (e qualsiasi utilità politica o sociale) la popolarità di Calzolari invece continua a mantenersi alta, il tutto, occorre ribadire, sulla base di una ricerca che più esperti hanno definito priva di basi solide e che soprattutto denota come l'esperto della rete Camisani tanto esperto non sia, se misura la popolarità di un politico o di un partito sul numero di followers piuttosto che sull'engagement che tale profilo sviluppa in rete (e sul quale Camisani ha opportunamente taciuto).
Era più che scontato che una ricerca del genere producesse un effetto mediatico immediato (basti pensare che FLI ha colto l'occasione per attaccare Grillo prima ancora che la ricerca fosse resa pubblica) ma una volta perso il suo "appeal" è stato necessario rincarare la dose parlando addirittura di "minacce di morte". Che la rete sia spesso una valvola di sfogo per atteggiamenti maleducati ed aggressivi è un triste dato di fatto ma nessuna persona dotata di un briciolo di senno prenderebbe per veritiere delle minacce di morte a seguito ad un report su Twitter, ma per mantenere alta l'attenzione (e la popolarità) ogni scusa è buona.
Ed ecco che il coraggioso e temerario Calzolari dopo aver lamentato tali minacce su Facebook e sul suo blog – "Mi sto rivolgendo alle autorità, temo che vogliano pubblicare anche il mio indirizzo di casa. Non sono un politico e non ho le spalle abbastanza grosse" – dopo aver rimosso un suo vecchio post in cui confermava di aver lavorato per ForzaSilvio.it ha cancellato il proprio account su Fb e Twitter, forse per evitare che tali minacce possano concretizzarsi (avere un profilo social aumenta il rischio di attentati?).