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Cyberbullismo: con la nuova legge aumentano le tutele, ma la satira online è a rischio

Una dura stretta sul bullismo virtuale e reale, ma anche, a sorpresa, sulla satira. È il risultato degli emendamenti della legge sul cyberbullismo che, oltre a prendere di mira l’abuso sul web e nella vita reale, si aprono ad interpretazioni che potrebbero generare diversi contenziosi.
A cura di Marco Paretti
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Una dura stretta sul bullismo virtuale e reale, ma anche, a sorpresa, sulla satira. È il risultato degli emendamenti della legge sul cyberbullismo che, oltre a prendere di mira l'abuso sul web e nella vita reale, si aprono ad interpretazioni che potrebbero generare diversi contenziosi con, per esempio, chi apre un account satirico di un politico sui social network o chi scrive un post particolarmente scomodo su un blog. In breve, la legge comprende ora una serie di reati che vanno dalla violazione della privacy alla diffamazione e allo stalking attraverso internet, proponendo, più che una legge di tutela, una norma punitiva che può avere gravi ripercussioni anche su elementi che con il cyberbullismo hanno poco a che fare, come la satira.

Non che una stretta sul cyberbullismo non sia necessaria: nel corso degli ultimi anni sono ormai più di due milioni gli adolescenti che passano diverse ore al giorno sul web e all'interno dei social network, dove il bullismo virtuale e l'abuso sono ormai ai massimi storici. Colpa anche della complessa gestione di questa tipologia di contenuti da parte di chi fornisce il servizio e che, almeno in teoria, dovrebbe trovarvi una soluzione. Nel caso degli emendamenti, però, il problema principale è l'ampiezza della definizione di cyberbullismo emersa dalle commissioni congiunte Giustizia e Affari Sociali della Camera dei Deputati.

rethink bullismo

"Per cyberbullismo si intendono, inoltre, la realizzazione, la pubblicazione e la diffusione online attraverso la rete internet, chat-room, blog o forum, di immagini, registrazioni audio o video o altri contenuti multimediali effettuate allo scopo di offendere l'onore, il decoro e la reputazione di una o più vittime, nonché il furto di identità e la sostituzione di persona operate mediante mezzi informatici e rete telematica al fine di acquisire e manipolare dati personali, nonché pubblicare informazioni lesive dell'onore, del decoro e della reputazione della vittima". Una definizione estremamente ampia che, di fatto, va a colpire anche elementi come la satira e gli articoli di un blog scomodo.

Ciò che invece gli emendamenti hanno azzeccato è lo spostamento dell'attenzione non solo sul cyberbullismo ma anche sul bullismo, aumentando la sfera di competenza anche ai maggiorenni. In questo un ruolo fondamentale lo avrà la scuola, che "nell'ambito della propria autonomia individua fra i docenti un referente con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e di contrasto del bullismo e del cyberbullismo anche avvalendosi della collaborazione della Polizia postale nonché delle associazioni e dei centri di aggregazione giovanile presenti sul territorio". In tutto ciò, però, scompare la reiterazione e la legge punta a "prevenire, reprimere e punire qualunque comportamento o atto, anche non reiterato".

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Il compito di gestire i contenzioni – il cui numero sarà peraltro potenzialmente alto – spetta al gestore del servizio e al Garante per la protezione dei dati personali, ai quali i genitori o i maggiorenni potranno rivolgere una richiesta di oscuramento, rimozione o blocco dei contenuti che li riguardano. Un ulteriore appesantimento delle pratiche burocratiche richieste ai provider dei servizi, che secondo la legge dovranno dotarsi di procedure per la gestione di questi contenziosi. Il testo andrà in discussione alla Camera il prossimo 12 settembre, mentre c'è tempo fino all'8 settembre per eventuali emendamenti.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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