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Dietro alle indagini di Facebook su Soros potrebbe esserci Sheryl Sandberg

Secondo le ultime accuse del New York Times il COO di Facebook avrebbe chiesto via email ad alcuni sottoposti di iniziare un’attività di indagine sugli interessi economici del finanziere George Soros. La società ha ammesso l’esistenza del documento, ma ha precisato che le ricerche erano iniziate già da tempo.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Non si placa il flusso di indiscrezioni e di accuse nei confronti di Facebook e dell'atteggiamento assunto dalla società nei confronti di oppositori e avversari. Secondo quel che riporta il New York Times, il COO di Facebook Sheryl Sandberg avrebbe infatti chiesto direttamente ad alcuni suoi sottoposti di compiere delle ricerche sul background finanziario di George Soros, finanziere che più volte è entrato in rotta di collisione con il social network criticandolo.

Non è la prima volta che il New York Times muove accuse di questo genere a Sheryl Sandberg: pochi giorni fa un'inchiesta del quotidiano aveva rivelato che sotto la sua supervisione il gruppo di Mark Zuckerberg aveva assunto una società specializzata nello scovare informazioni su potenziali oppositori proprio per raccogliere materiale su Soros. Nel corso degli sviluppi successivi al reportage la responsabilità dell'assunzione se l'era però presa il responsabile delle comunicazioni Elliot Schrage, già in uscita dalla società.

Le rivelazioni di queste ore sono scaturite da tre impiegati della società che avrebbero visionato il documento in questione e tornano a puntare i riflettori sul braccio destro di Zuckerberg, in quanto mittente dell'email incriminata che secondo il New York Times avrebbe originato l'operazione di ricerca emersa nei giorni scorsi. La missiva risalirebbe infatti a gennaio, poco dopo un discorso del filantropo tenuto al World Economic Forum nel quale definiva Facebook una vera e propria minaccia per la società, chiedendone una regolamentazione; nell'oggetto, veniva chiesto di indagare su eventuali motivazioni finanziarie che potrebbero aver spinto Soros a pronunciare quel discorso.

La risposta di Facebook non ha tardato ad arrivare. Il social network ha ammesso tramite un portavoce l'esistenza dell'email, rovesciando però la cronologia degli eventi proposta dal New York Times. Secondo il gruppo di Zuckerberg le ricerche ad ampio spettro sulle attività di Soros erano già state avviate autonomamente ancora prima dell'invio dell'email da parte di Sandberg, e perfino prima dell'intervento del finanziere al World Economic Forum.

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