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Opinioni

Dispositivi “smart” per diffondere un nuovo tipo di pubblicità: il nuovo (allarmante) piano di Google

Il colosso californiano assieme “ad altre compagnie” in futuro potrebbero dare il via ad una nuova tipologia di campagne pubblicitarie, che sarebbe caratterizzata dalla diffusione di pubblicità mirate anche nei nuovi dispositivi indossabili, nelle autovetture, nelle Smart TV e in tutti i nuovi elettrodomestici intelligenti.
A cura di Dario Caliendo
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Pubblicità praticamente in qualsiasi dispositivo connesso alla rete. Sarebbero queste le intenzioni del gigante della tecnologia stando a quello che si può leggere nella lettera inviata lo scorso dicembre alla SEC, l'autorità americana di vigilanza sulla Borsa. Big G avrebbe invatti comunicato alla Securities and Exchange Commission che "entro pochi anni" i big del tech, forti della velocissima diffusione dei dispositivi indossabili e dei nuovi elettrodomestici domotici, potrebbero lanciare nel mercato un nuovo tipo di advertising che renderebbe obsoleto il concetto di pubblicità sul web – tipico di AdSense – a favore dell'arrivo di campagne pubblicitarie studiate ad-hoc (in base alle preferenze degli stessi utenti) che potrebbero arrivare sia sui futuri smartwatch e smart glass che addirittura sui frigoriferi intelligenti, nelle TV connesse alla rete e così via.

Uno scenario preoccupante, che in effetti da un senso alle recenti mosse di Google: oltre all'acquisizione di Nest (un'azienda specializzata nella progettazione di dispositivi domestici intelligenti) avvenuta lo scorso gennaio, ad inizio 2014 il colosso californiano ha dato vita ad un'alleanza tra Audi, General Motors, Honda e Hyundai per dare il via allo sviluppo di autovetture animate da Android e, per ultimo, l'introduzione di Android Wear renderà possibile la produzione di smartwatch di nuova generazione i cui display potranno essere sempre attivi.

Una strategia ben studiata, che farà senza ombra di dubbio aumentare la diffusione di Android, che nel 2013 ha praticamente ottenuto il monopolio del mercato dei dispositivi mobili, rappresentando oltre l'80 percento di tutti i device venduti. Per non pensare alla veloce diffusione dei Google Glass, che da poco meno di un mese sono disponibili all'acquisto per tutti i residenti degli Stati Uniti d'America.

Il panorama delle tecnologie mobili "continua ad evolversi" – si legge nel comunicato alla SEC – "Ci aspettiamo che in futuro gli utenti utilizzeranno i nostri servizi e vedranno le nostre pubblicità su un'ampia e crescente varietà di dispositivi".  

Ma Google e Nest frenano. Interpellate dal Wall Street Journal, le aziende hanno fatto un passo indietro, respingendo l'ipotesi e sottolineando che Nest "non ha un modello di business basato sulla pubblicità" e Tony Fadell, fondatore e CEO di Nest, ha aggiunto che "le pubblicità non sono idonee per la ‘user experience' dei clienti di Nest".

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