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Elon Musk non potrà più twittare senza l’autorizzazione di un avvocato

Elon Musk a seguito del tweet in cui annunciava di voler privatizzare la Tesla Motors è stato costretto a dimettersi da presidente della società, restandone il CEO almeno per tre anni. Intanto non potrà più postare niente in Rete senza l’approvazione di un avvocato. Adesso su di lui pende l’accusa di frode ai danni degli investitori.
A cura di Juanne Pili
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Elon Musk si è sempre presentato come un “ragazzaccio”, distinguendosi rispetto ad altri magnati delle nuove tecnologie con stravaganze, quali mostrarsi pubblicamente nel fumare marijuana o sponsorizzare dei “lanciafiamme” giocattolo. All’uomo capace di lanciare razzi in grado di tornare a Terra intatti e far muovere automobili senza guidatori, sembrava che si potesse perdonare di tutto. Ma alla fine Musk è riuscito a far arrabbiare sul serio qualcuno: la Securities and Exchange Commission (SEC) non ha gradito affatto il tweet in cui annunciava l'agosto scorso di voler privatizzare la Tesla Motors, fissando un prezzo di 420 dollari ad azione, cifra che ricordando un’espressione "in codice" con cui si indica il consumo di cannabis, inizialmente aveva fatto pensare ad una burla.

Accusato di frode ai danni degli investitori

Operazioni come la privatizzazione di una azienda quale la Tesla Motors (quindi il suo ritiro dalla borsa di Wall Street), non possono essere annunciate come se fossero il lancio di un concerto o una festa di compleanno, infatti influenzano in maniera dannosa gli stessi investitori, specialmente se le coperture che si vanta di avere per tale operazione non sono del tutto dimostrate; Musk infatti avrebbe cercato dei contatti in Arabia Saudita con l’intenzione di trovare i fondi necessari, ma questo non ha convinto la SEC e nemmeno il Dipartimento di giustizia, che lo attende in udienza per febbraio.

Il degrado a CEO e i tweet sotto sorveglianza

Intanto Musk è stato “degradato” da presidente della Tesla Motors a CEO, ovvero “amministratore delegato”, per almeno tre anni. Inoltre, a seguito di un patteggiamento con la SEC, dovranno essere versati 40 milioni di dollari di risarcimento agli investitori: il 50% dalla società, il resto dovrà sborsarlo l’ex presidente in persona. Onde evitare ulteriori danni è stato stabilito anche un controllo meticoloso delle sue pubblicazioni online: non potrà più postare niente – nemmeno i tweet – senza l’approvazione di un avvocato. Questo significa che non gli sarà permesso nemmeno di giustificarsi o negare di aver frodato gli investitori.

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