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Opinioni

Emoji, quando usarle in ufficio (e quando evitarle)

È giusto usare le emoji in ufficio? E, se sì, quando dovremmo evitarle e quando invece possono aiutare a generare una discussione più trasparente?
A cura di Marco Paretti
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Le comunicazioni aziendali, anche quelle più banali e a distanza di poche scrivanie, passano ormai sempre più spesso attraverso email e chat. Fattore che ha portato i lavoratori a doversi relazionare con tutti gli elementi ormai legati indissolubilmente alla comunicazione scritta, in particolare emoticon ed emoji. Ma è giusto usarle in ufficio? E, se sì, quando dovremmo evitarle e quando invece possono aiutare a generare una discussione più trasparente? A cercare di fare chiarezza è Monster, che nel Regno Unito ha svolto un'indagine chiedendo ai dipendenti qual è il loro rapporto con le emoji.

Un sesto degli intervistati ha ammesso di utilizzarle anche all'interno dell'azienda, ma l'80 percento continua a pensare che il loro utilizzo non sia appropriato in un contesto lavorativo. Quasi tutti d'accordo invece sull'obiettivo delle faccine: rafforzare una frase o, meglio, fornire un riferimento visivo riguardo al tono delle parole. Questo è forse l'elemento principale delle emoji, ormai diventate un linguaggio universale che somiglia a dei geroglifici 2.0 e che in alcuni casi può davvero fornire un apporto comunicativo ben più importante di un semplice orpello visivo.

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Discorso simile per le emoticon, le "antenate" delle emoji che si costituiscono di punteggiatura e parentesi: secondo molti dipendenti vengono speso utilizzate quando bisogna chiedere qualcosa, anche per mostrare amicizia nei confronti dell'altra persona. Una approccio utilizzato in particolare dai dirigenti per far sembrare meno autoritaria una richiesta nei confronti dei dipendenti. A rafforzare la tesi è lo studio condotto dalla Robert Half International su 661 impiegati e manager americani. I risultati hanno dimostrato che il 21 percento dei dirigenti reputa giusto utilizzare le emoji nelle email, mentre il 40 percento lo pensa solo in alcuni contesti.

Chi pensa non siano professionali è invece il 39 percento dei manager, accompagnato dal 69 percento dei dipendenti che non le usano per lo stesso motivo. I manager si dimostrano quindi più aperti alle emoji nelle discussioni lavorative, mentre i dipendenti sono più a loro agio se le faccine vengono inviate tra colleghi e non ai piani alti. Secondo la Robert Half International, quindi, le regole per un utilizzo consapevole delle emoji sono 5: limitare il numero di faccine, considerare il destinatario, valutare la situazione, conoscere il significato delle emoji e scegliere attentamente le parole che le accompagnano.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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