L'iniziativa fatta nelle scorse ore dalla SIAE potrebbe essere interpretata come una vera e propria dichiarazione di guerra nei confronti di Apple, a seguito dell'aumento dei prezzi di vendita dei propri dispositivi elettronici avvenuto dopo l'approvazione e l'entrata in vigore del nuovo decreto sull'Equo Compenso.
Un'iniziativa bizzarra, che ha visto la Società Italiana degli Autori e gli Editori arrivare fino in Francia per acquistare circa dieci iPhone 5S nell'Apple Store di Nizza, "dove costano meno che in Italia a dispetto di una quota per i diritti di copia privata che è il doppio" per poi regalarli pubblicamente agli studenti più meritevoli dell’Accademia d’arte drammatica, del Centro sperimentale di cinematografia, dell’Accademia di Santa Cecilia e anche ad associazioni attive nel sociale, come il Telefono azzurro e la Comunità di San Benedetto al porto di Don Gallo.
Assieme a questa azione di protesta, al colosso di Cupertino arriveranno anche tre lettere di diffida, che partiranno nella giornata di oggi e che sono dirette alle sedi di Apple negli Stati Uniti d'America, in Italia e in Olanda: ad annunciarlo è il Direttore Generale della SIAE Gaetano Blandini, che accusa il colosso americano di aver messo "nero su bianco" sulle ricevute che emette ai propri utenti quando acquistano un dispositivo elettronico, la dicitura errata "copyright levy", ossia la tassa sul Diritto d'Autore.
Per acquistare un iPhone 5S da 16 GB bisognerà pagare 3,78 euro in più, mentre il modello da 32GB costa 4,76 euro in più (nello specifico 843,76 euro) e quello da 64GB costa 5,25 euro in più (per un totale di 954,25 euro). Per quanto riguarda gli iPad Air invece, l’aumento è di 2,5 euro per il modello da Air da 16GB WiFi (che ora costa 481,56 euro), di 3,5 euro per il rispettivo modello da 32GB e di 4 euro per i modelli da 64 e 128 GB.
Nonostante si tratti di una tassazione che ha generato tantissime polemiche, proprio perché secondo quanto rivelato da un’indagine ad hoc commissionata dal precedente Ministro Bray si basa su un concetto obsoleto e non più adatto agli usi e costumi dell'utenza italiana, sempre più diretta verso il digitale e i servizi di streaming come Spotify o Deezer (che in Italia rappresentano il 18% della musica digitale), al fianco del Direttore Generale della SIAE si schierano anche Antonio Ricci (il padre di Striscia la Notizia), il Presidente della commissione bilancio della Camera Francesco Bocci (la mente che ha dato il via al progetto Web Tax, che si è poi rivelato un buco nell'acqua) e il regista Paolo Virzì, che assieme al presidente Gino Paoli denunciano un allarme per il futuro della cultura sempre più "strumentalizzata e condannata a vendere con produzioni più globalizzate, dove l’intercambiabilità dell’autore è sempre possibile".
Intanto procede il ricorso al TAR portato avanti dall'associazione per i consumatori Altroconsumo che, in parallelo, ha anche dato il via a una petizione raggiungibile cliccando QUI con la quale invita gli utenti italiani a protestare contro l'aumento della tassazione: ad oggi, le firme raccolte sono già oltre le trentacinquemila, e siamo convinti che il numero è destinato a crescere sostanzialmente.