E così, ad oltre un giorno dal blackout di Facebook, WhatsApp e Instagram, di fatto il Facebook down più lungo della sua storia (non dovuto ad un attacco hacker, ma ad un cambio di configurazione dei server), siamo arrivati al day after, alla resa dei conti. E quando con Facebook si parla di "conti", si intende quelli economici. Perché ormai la piattaforma di Zuckerberg non è più semplicemente un social network, ma una vera e propria macchina da soldi quotata da anni anche in borsa.
Quanto è costato il blackout a Facebook? Chiaramente si tratta di un calcolo oggettivamente difficile da calcolare fino all'ultimo centesimo, ma se un'ora di offline ha costi enormi, è lecito pensare che le ultime quindici ore di blackout possano avere avuto un impatto più che negativo sulle tasche dell'azienda.
Una stima molto superficiale però è possibile. E lo è prendendo come punto di riferimento le stime di vendita del 2019 di Facebook Inc. che, oltre al social network, includono anche gli introiti derivanti Instagram e WhatsApp. E a questo punto i conti diventano semplici: stando a questi dati, Facebook Inc. ha una previsione media relativa agli incassi giornalieri pari a circa 189 milioni di dollari: cioè circa 7.9 milioni ogni ora.
E dato che i disservizi sono durati circa 15 ore e che hanno coinvolto un terzo degli utenti della rete di Zuckerberg, l'incidente delle ultime ore potrebbe valere una perdita di circa 40 milioni di dollari. Inoltre Facebook sarà costretta a rimborsare tutti gli investimenti relativi a pubblicità che sarebbero dovute essere online durante le ore del down, o quanto meno ad allungare le campagne pubblicitarie almeno per lo stesso tempo in cui le piattaforme sono state offline.
Senza considerare, poi, l'impatto che il problema ha avuto sulle azioni di Facebook in borsa: dal valore di 173.37 dollari ad azione del 13 marzo, il giorno successivo il valore di ogni singola azione è sceso a 169,40 dollari, per poi stabilizzarsi intorno ai 170 dollari.