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Facebook chiede scusa alla comunità LGBT e fa un passo indietro: niente più obbligo di nomi reali

La comunità LGBT vince la battaglia sull’obbligo dell’utilizzo di “nomi reali” in Facebook: in un incontro tenutosi lo scorso mercoledì, un rappresentante del social network ha ammesso l’errore della regola e ha assicurato che sono alla ricerca di soluzioni alternative.
A cura di Dario Caliendo
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Quando, tre settimane fa, Facebook ha iniziato a obbligare gli scritti al social network a utilizzare il proprio "vero nome", ha dato vita a una serie di critiche e malcontenti da parte di quella parte d'utenza che il proprio nome legale non lo vuole inserire nella piattaforma. Una chiara questione di privacy, che è diventata molto più infuocata quando alcuni membri della comunità LGBT hanno iniziato a manifestare la propria disapprovazione, rivendicando il diritto di poter utilizzare i propri nome d'arte.

In questo modo Facebook ha tagliato fuori dai giochi numerosi artisti locali, compreso un gruppo di Suore della Perpetua Indulgenza, imponendogli di utilizzare i propri nomi legali e, di conseguenza, costringendoli ad aprire ulteriori Fanpage, causando non pochi problemi: nel caso delle Sorelle, le pagine create su Facebook non sono necessariamente basate sull'accumulo di basi di fan, ma hanno lo scopo di dare vita a una vera e propria comunità nella quale tantissime persone di tutto il mondo si identificano e partecipano attivamente, molto spesso sotto mentite spoglie per rimanere nella più totale privacy; per quanto riguarda le drag queen invece, tantissimi artisti del genere negli anni sono riusciti a creare e far crescere le proprie Pagine, attirando gli iscritti anche grazie al proprio nome d'arte. Una sorta di nickname, che oltre alla spettacolarità viene utilizzato per rimanere "anonimi" nel social newtork.

Ma quelli di Facebook pare abbiano capito il problema, e forse anche spinti dalla paura di un lento esodo della comunità LGBT verso social network molto più "aperti", hanno deciso di tornare indietro sui propri passi e chiedere scusa pubblicamente, in un meeting tenutosi nella giornata di mercoledì, quando David Campos, il negoziatore principale di una vasta coalizione di attivisti composti da drag queen, transessuali, vittime di abusi di stalking e semplici amanti della privacy, si è incontrato con un rappresentate del social network per eccellenza, con il quale pare abbia trovato un accordo sulla politica relativa ai nomi su Facebook.

"Le drag queen hanno parlato, e Facebook ha ascoltato" – spiega Campos – "Il social network è d'accordo sul fatto che la politica sui nomi reali non ha senso e ha involontariamente ferito i membri della nostra comunità [..] Facebook si è scusata ufficialmente con la comunità e si è impegnata sulla rimozione della necessità di utilizzare i propri nomi legali nel social network. Stanno lavorando per trovare soluzioni tecniche in modo da rendere sicura la piattaforma, assicurarsi che non vengano creati profili falsi, e far si che a nessun utente venga modificato il nome visualizzato, a meno che non lo voglia lui stesso."

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