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Facebook Safety Check, il social network spiega perché è stato attivato solo a Parigi

Poco dopo la diffusione della notizia degli attacchi terroristici che hanno sconvolto Parigi lo scorso venerdì, Facebook ha attivato il Safety Check. Una funzione che ha però sollevato anche diverse critiche: perché per Parigi è stata attivata e, per esempio, per gli attacchi di Beirut no?
A cura di Marco Paretti
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Facebook safety check

Poco dopo la diffusione della notizia degli attacchi terroristici che hanno sconvolto Parigi lo scorso venerdì, Facebook ha attivato il Safety Check. Si tratta di una funzione che permette agli utenti localizzati nella zona colpita da un disastro di confermare la propria incolumità. "Il tuo amico ha confermato che sta bene durante gli attacchi terroristici a Parigi" è una notifica che in molti si sono visti recapitare nel corso degli ultimi giorni: erano amici e parenti che confermavano di essere al sicuro pur trovandosi nella capitale francese. Una funzione che ha però sollevato anche diverse critiche: perché per Parigi è stata attivata e, per esempio, per gli attacchi di Beirut no?

Il social network ha risposto alle critiche attraverso un post pubblicato dal vice presidente Alex Schultz, il quale ha sottolineato come quella di Parigi sia stata la prima volta in cui il Safety Check è stato attivato per una situazione di pericolo al di fuori della sfera delle calamità naturali. Lo strumento, infatti, è nato proprio per questo: permettere agli abitanti o ai turisti di zone colpite da maremoti, trombe d'aria o altri cataclismi naturali di segnalare la propria incolumità. Proprio come in questi casi, spiega Schultz, Facebook diventa un luogo nel quale "le persone condividono informazioni e cercando di capire le condizioni dei propri cari".

facebook francia

Dopo averne parlato internamente, l'azienda ha quindi deciso di attivare il Safety Check anche per gli eventi che hanno colpito Parigi. "C'è sempre una prima volta, un momento in cui si prova qualcosa di nuovo. Anche durante eventi sensibili e complessi" ha continuato Schultz. "Per noi questo è stato Parigi". Ora il social network ha creato un precedente che estende l'utilizzo dello strumento anche per eventi legati ad attacchi terroristici o altre azioni violente, un elemento che costringe la realtà americana a dover decidere quando e dove utilizzarlo in futuro. Dal commento di Schultz non si evince se il Safety Check sarebbe stato attivato a Beirut, ma solo che non è stato fatto perché l'impostazione iniziale era relativa a calamità naturali e non ad azioni terroristiche.

"Durante una lunga crisi, come la guerra o le epidemie, il Safety Check per come è stato concepito non è utile" ha spiegato. "Non essendoci un inizio e una fine precisi, è impossibile sapere quando qualcuno è davvero al sicuro". Anche Mark Zuckerberg ha pubblicato un post riguardante gli attacchi e il Safety Check: "Avete ragione dicendo che ci sono molti conflitti importanti nel mondo. Abbiamo a cuore tutte le persone in maniera equa e lavoreremo per fornire più supporto possibile a chi soffre in situazioni simili". In occasione degli attentati di Parigi, Facebook ha inoltre attivato una funzione con la quale cambiare la propria immagine del profilo con la bandiera francese per "sostenere la Francia e i cittadini di Parigi".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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