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Frammentazione su Android: la conseguenza della diffusione dell’OS è la sua più grande dannazione

Basandosi sull’analisi di oltre 19mila dispositivi, Open Signal pubblica il suo puntuale rapporto sullo stato della frammentazione del sistema operativo di Google, un OS sempre più diffuso ma caratterizzato da enormi limiti non del tutto negativi.
A cura di Dario Caliendo
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Al pari delle più importanti ricorrenze, arriva puntuale anche quest'anno il rapporto di Open Signal sullo stato della frammentazione di Android, un appuntamento che si rinnova annualmente con il quale l'azienda specializzata nello studio statistico dei fenomeni relativi alla telefonia mobile rappresenta graficamente l'evoluzione dell'ecosistema del colosso della tecnologia di Mountain View, sempre più diffuso ma caratterizzato da enormi limiti non del tutto negativi.

Il rapporto di Open Signal leva ogni dubbio sull'effettiva diffusione di Android, in un mercato nel quale intere aziende hanno basato il proprio modello di business sul sistema operativo di Google, un OS apprezzato dai più, ma nel contempo caratterizzato da questioni che alimentano animate discussioni, come quelle relative alla qualità delle applicazioni disponibili e alla tanto temuta frammentazione, il più grande scoglio per gli sviluppatori.

Frutto della grande diffusione dell'ecosistema, la frammentazione è figlia di un'ampia e variegata offerta di dispositivi mobili (e non) animati dal sistema operativo di Big G, ma ne è anche la più grande dannazione, che frena lo sviluppo di applicazioni ottimizzate e perfezionate in ogni minimo particolare, proprio per la necessità di prevedere e gestire tantissime risoluzioni grafiche e rapporti di proporzione dello schermo (che su iOS sono solo quattro) e configurazioni hardware praticamente infinite: nel 2013 il numero di dispositivi differenti rilevati dall'indagine di Open Signal era prossimo ai dodicimila esemplari, nel 2014 invece è salito fino quasi a quota diciannovemila.

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Si scrive Samsung Mobile, si legge Android. Nonostante Samsung continui a essere l'azienda leader nel mercato degli smartphone e dei tablet Android, con il 43,5 percento della diffusione dei suoi dispositivi risulta in lieve calo rispetto al 2013 ed è seguita da Sony, che ne totalizza solo il 4 percento, LG, Motorola, Huawei, Lenovo e HTC. Si tratta di un dato statistico ben conosciuto da molti, che mette in evidenza quanto sia importante puntare al mid-market e che si riflette anche nell'analisi relativa alla diffusione degli smartphone più diffusi, che nel 2014 vede le prime posizioni monopolizzate dal colosso sudcoreano, ancora dominate dall'ormai datato Galaxy S3.

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Nel rapporto viene messa in evidenza un'ulteriore statistica relativa alla frammentazione della diffusione delle diverse versioni di Android che, a differenza di quanto accade nel mercato di iOS nel il quale il 91 percento dei dispositivi utilizza ormai l'ultima versione del sistema operativo, solo il 20 percento dei dispositivi mobili animati dall'OS di Google è stato aggiornato all'ultima versione di Android (la 4.4), mentre il 46 percento utilizza ancora Jelly Bean e il 13,6 percento utilizza ancora Gingerbread.

Lo studio è stato realizzato su circa diciannovemila dispositivi nei quali è stata installata l'applicazione Open Signal e seppur non rappresenti un dato significativo relativo all'intera popolazione di utenti che utilizzano Android, mette in evidenza un dato interessant e  ben conosciuto da Google, che è già corsa ai ripari dando il via a una graduale separazione dei servizi Play dalla versione di Android in uso, in modo da poterne garantire una più uniforme diffusione nonostante le numerose tipologie di dispositivi e configurazioni disponibili nel mercato.

Open Signal 2014 Android Fragmentation Report

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