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Funambol inaugura il nuovo polo tecnologico di Pavia

Il nuovo centro raccoglierà il meglio della produzione italiana accomunata da un unico fattore: tecnologia d’avanguardia. L’azienda fondata da Fabrizio Capobianco è stata la prima a trasferirsi ma nelle prossime settimane altre realtà andranno a comporre questo nuovo centro di produzione.
A cura di Angelo Marra
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I lavori esterni non sono ancora completi ma il cuore del nuovo polo tecnologico di Pavia è già in funzione e man mano le aziende che lo occuperanno stanno cominciando ad arrivare. Il primo a giungere nel fiore all'occhiello dell'hi-tech lombardo e di tutto il paese è stato il team di Funambol, la startup fondata da Fabrizio Capobianco che ha sviluppato un'applicazione cloud-based e soprattutto open source in grado di sincronizzare dati come mail, appuntamenti, contenuti di diverso tipo e tanto altro ancora tra diverse piattaforme come pc, tablet e smartphone. L'azienda non solo ha ricevuto un finanziamento da parte di Venture Capital di 30 milioni ma è ritenuta da molti un'alternativa più che valida a MobileMe, il servizio cloud fornito da Apple.

Niente male per una startup italiana (anche se finanziata – tanto per cambiare – da capitali stranieri, in questo caso statunitensi), riuscita ad elaborare un servizio in grado di competere con quello ultrablasonato di Cupertino (che probabilmente avrà investito nel progetto qualcosina in più, visto il problema di Apple di non sapere come spendere i suoi soldi). Il nuovo polo tecnologico però non ospiterà soltanto i 30 ingegneri e programmatori di Funabol; sono 15 le aziende che dovrebbero arrivare nel nuovo plesso, con campi di azione differenti ma un comun denominatore, ovvero la tecnologia di avanguardia. C'è la milanese Ecir Srl che si occupa della vetrificazione dei residui radioattivi per poterli stoccare più a lungo nel tempo, la Essepi Consulting offre consulenze aziendali ma c'è spazio anche per la formazione professionale con l'ente no-profit Le Vele.

In sostanza il nuovo polo è pronto a partire, a parte qualche piccolo ritocco esterno che di certo non andrà ad inficiare il lavoro delle aziende presenti. La speranza è quella che nei prossimi anni siano decine le occasioni come queste per dare spazio al made in Italy e all'innovazione nel nostro paese.

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