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Gheddafi e il controllo della rete, scoperti gli strumenti della dittatura

Scoperto dai ribelli a Tripoli il centro di comando dell’unità di filtraggio e censura del vecchio regime. Sofisticate apparecchiature fornite da aziende straniere utilizzate per monitorare conversazioni telefoniche, email e chat, con un controllo capillare andato avanti anche in piena guerra civile.
A cura di Angelo Marra
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Gli accordi commerciali tra le potenze occidentali e la Libia di Gheddafi sono state al centro di numerose polemiche dopo lo scoppio del conflitto; le atrocità e la sistematica violazione dei diritti umani e le pesanti limitazioni alle libertà personali perpetrate dal colonnello erano informazioni ben note a tutto il mondo, così come la deprecabile vicinanza a sanguinari gruppi terroristici, eppure fino a ieri il dittatore era un partner economico di tutto rispetto, ricevuto con tutti gli onori e ambito per il suo prezioso petrolio.

Dopo l'inizio della guerra civile che ha portato alla sua deposizione, i rapporti commerciali con il vecchio regime sono passati in secondo piano sulla stampa per evitare ulteriori imbarazzi ai vari leader occidentali, ma una recente scoperta fatta da alcuni rivoltosi del CTN rischia di squarciare il velo di segretezza sui legami di affari tra la dittatura e alcune aziende straniere.

Non si parla però del più noto oro nero, in nome del quale l'Italia è stata in prima fila per decenni nel chiudere gli occhi dinnanzi alle atrocità in Libia, bensì di sofisticate apparecchiature e tecnologie per il controllo capillare di tutta la attività telefonica e informatica del paese.

Gheddafi era tutto tranne che uno sprovveduto e forse meglio di altri leader deposti della mezzaluna araba ha capito fin dal principio che il controllo delle nuove tecnologie era un'arma più che preziosa per tenere sotto sorveglianza la popolazione e non ha certo badato a spese.

Non essendo la Libia in grado di produrre autonomamente le attrezzature necessarie, il regime si è rivolto così ad alcune aziende straniere che sono state ben liete di fornire alla dittatura tutta la tecnologia necessaria, in cambio di valanghe di petro-dollari (e in barba ai diritti umani). Sono arrivati così a Tripoli scanner per il monitoraggio e il filtraggio di contenuti online, apparecchiature per la registrazione di traffico telefonico e manuali d'uso in inglese con consigli e tecniche per operare in maniera più efficace, il tutto fornito da aziende canadesi, cinesi, sudafricane e americane.

La VASTech SA Pty Ltd ad esempio, ha fornito un'avanzato strumento per l'intercettazione di tutte le chiamate internazionali in entrata e in uscita, mentre grazie al sistema Eagle è stato possibile fino a qualche giorno fa violare le caselle email di Hotmail, Yahoo! e Gmail e leggere in tempo reale le conversazioni sui vari programmi di messaggistica istantanea come MSN e AIM. Il tutto in una specie di sala comando situata a Tripoli, scoperta dai ribelli e visitata da alcuni giornalisti del Wall Street Journal.

Oltre alle apparecchiature, i reporter hanno trovato anche centinaia di migliaia di trascrizioni di conversazioni tra persone, alcune di carattere personale mentre altre erano relative alle rivolte. Non solo i ribelli però, anche personale straniere presente in Libia è stato intercettato e posto sotto controllo, come Heba Morayef, responsabile per il paese libico dell'organizzazione per i diritti umani Human Right Watch e sospettata di avere legami con i dissidenti.

L'attività è andata avanti anche durante la prima fase della guerra civile che ha infiammato la Libia, fino a quando il rais è riuscito a tenere in mano le redini del paese, come testimoniano alcune intercettazioni che portano date successive a quelle dell'inizio del conflitto; anzi nell'ultima fase dell'era Gheddafi il colonnello premeva perchè i controlli si intensificassero e si riuscisse a controllare l'intero traffico di Skype e YouTube.

Ciò che l'ex dittatore libico non ha preso in considerazione però è l'insegnamento della storia di ogni dittatura o regime: non importa a quale livello di repressione e controllo sia sottoposta la popolazione, prima o poi se vessata essa si ribellerà e lotterà fino alla fine per la sua libertà. Con buona pace della tecnologia.

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