Di Esami – La serie non era possibile non fare una seconda stagione ma al tempo stesso non si poteva proseguire esattamente con lo svolgimento della prima. La webserie con cui abbiamo conosciuto il talento di Edoardo Ferrario quasi due anni fa, aveva sbancato già dal primo episodio, finendo per lanciare il suo autore e attore, in radio e televisione. Inevitabile farne un seguito ma non era per nulla scontato che sarebbe stato anche questo pensato e prodotto per la rete, senza nessuna volontà di ritorno economico.
Siamo andati a trovare Edoardo Ferrario sul set, mentre sta finendo di girare quello che al momento lui chiama Post-Esami “ma non è assolutamente detto che sia il titolo definitivo”, serie di pillole video che portano avanti non tanto la webserie ma i suoi personaggi.
Esami – La serie infatti si basava sul geniale assunto di trasformare gli esami universitari in sketch, di affrontare una facoltà a puntata usando le idiosincrasie tipiche di quegli studenti o quei professori per narrare qualcosa di più ampio. Ma era anche di più, in ogni puntata infatti all’esame seguiva una coda che espandeva l’universo narrato dimostrando come, in fondo, l’esame è sempre una metafora di qualcosa di più grande di un’umanità che esiste soprattutto fuori dalle aule.
“Alla fine non conosco davvero bene così tante facoltà da poter proseguire” spiega Edoardo Ferrario “non aveva senso riprendere le stesse ma non sarei stato in grado di trattarne di nuove. Anche se in molti mi avevano chiesto Farmacia, Psicologia…” nasce così l’idea di portare avanti i personaggi di maggiore successo, vedere cosa è successo a loro dopo la laurea.
“Ci sono alcuni dei più personaggi importanti ma non proprio tutti i caratteri visti in Esami. C’è il professore di filosofia e c’è il Pips, lo studente di storia dell’arte come i coatti di Giurisprudenza e poi ne ho infilato anche uno completamente nuovo”. Edoardo Ferrario conosce ormai bene l’ecosistema mediatico, ha lavorato con commissioni (e quindi limitazioni) televisive e radiofoniche, anche per questo sembra online non vuole porsi paletti: “Io di internet apprezzo soprattutto l’impagabile libertà di fare quello che ci pare”.
La troupe è un po’ più grande di quella che aveva realizzato la prima stagione ma sempre molto agile e ristretta: “abbiamo in più qualcuno in produzione e qualcuno in fotografia. Anche proprio per non doverci scapicollare a comprare da mangiare mentre illuminiamo una scena o prepariamo un dialogo ecco!”. E ci sono di nuovo Matteo Keffer alla fotografia e Maurizio Montesi al montaggio ma questa volta è lo stesso Edoardo Ferrario a firmare la regia.
Le riprese a cui assistiamo sono quelle dell’episodio del Pips, quindi il proseguio di Storia dell’Arte. Si tratta di uno dei personaggi che Ferrario si porta appresso da più tempo, nonchè uno di quelli di maggiore successo, dagli spettacoli da stand up comedian fino alla radio.
Diplomatosi con successo allo IADAP (Istituto Arte Design Arredamento e Presaabbene), con tanto di maglietta e cappellino, ora Pips ha uno studio grafico in cui fa loghi per crew di Roma. Sebbene sia stato possibile vedere solo qualche scena, è subito evidente una malinconia comica bellissima, una specie di senso di futilità e noia mai comunicati a parole (i dialoghi sono divertenti e vertono sempre sulla quotidianità del personaggio) ma molto forti. Come già la prima stagione sembra di capire che anche la seconda racconterà in maniera divertente cose che in teoria non lo sono.
Saranno 10 gli episodi di Post-Esami e ovviamente andranno su YouTube, tutti per la durata di circa 5 minuti (ma, di nuovo, non ci sono regole e Ferrario non ne vuole).
Quello che stupisce è quanto Edoardo Ferrario che, lo ripetiamo, non viene dalla televisione e non viene dalla radio ma viene dagli spettacoli dal vivo e trova successo grazie ad internet, riesca ad essere ovunque e da nessuna parte. I suoi personaggi, al momento, sono un pugno di caratteri ben definiti (più altri che orbitano intorno a questi), che lui maneggia con disinvoltura attraverso diversi media. Li sperimenta magari in una serata o in un episodio e poi li concretizza in radio, li accenna su un mezzo e li finisce di delineare su un altro. Si tratta di uno dei primi se non l’unico scrittore e attore della propria generazione ad avere un immaginario che prescinde dal mezzo, a pensare in astratto delle situazioni e dei caratteri da “comicità osservazionale” (come la definisce lui stesso) capaci di raccontare il mondo che rappresentano attraverso la propria assurdità tanto in radio, all’interno della trasmissione di Serena Dandini “Stai Serena”, quanto in televisione (dovrebbe essersi sbloccata la serie di puntate brevi a sua cura che andranno su Rai Due nel preserale, lo stesso spazio di Zio Gianni e 140 secondi), quanto forse anche al cinema. Non è un mistero infatti che Taodue si sia già mossa per un lungometraggio.