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Google acquisisce DeepMind ed entra nel mondo dell’intelligenza artificiale

Con una trattativa seguita da Larry Page in persona, Google ha recentemente ufficializzato l’acquisizione di DeepMind per quattrocento milioni di dollari.
A cura di Dario Caliendo
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Continua lo "shopping" di Larry Page e Sergey Brin. Secondo quanto scrive Re/code, l'azienda di Mountain View ha recentemente concluso un accordo di quattrocento milioni di dollari, per finalizzare l'acquisizione di DeepMind, una società londinese capitanata da Demis Hassabis, Shane Legg e Mustafa Suleyman, specializzata nello studio e nello sviluppo di tecnologie dedicate all'intelligenza artificiale.

L'affare è stato curato da Larry Page in persona, e rappresenta la prima acquisizione relativa alla notizia di inizio Dicembre 2013, che vedeva nel mirino di Google proprio lo sviluppo di alcuni robot umanoidi, animati – appunto – da un sistema di intelligenza artificiale avanzato: a capo dell'ambizioso progetto c'è Andy Rubin, l'uomo che ha dato la vita ad Android, probabilmente il sistema operativo per dispositivi mobili più diffuso al mondo.

Quella relativa a DeepMind va ad aggiungersi ad una serie di acquisizioni che mettono in evidenza come l'azienda voglia sempre di più espandersi al di fuori del suo settore tradizionale: negli ultimi tempi infatti, il colosso tecnologico comprato un computer quantistico gestito in collaborazione con la NASA, ed ha acquisito diverse aziende specializzate in robotica.

Attualmente non si hanno ulteriori notizie sui termini dell'affare e sull'attività svolta da DeepMind. L'azienda dispone solo di un semplice sito web, nel quale descrive la sua attività come lo "studio di algoritmi da applicare a simulazioni, e-commerce e giochi". Anche se in effetti il nome della società non è conosciutissimo nel mondo della tecnologia, alcuni esperti di intelligenza artificiale la descrivono come una delle più importanti del settore: nonostante i tre anni d'età DeepMind si è inserita nel mercato prepotentemente, grazie ad un team di oltre 50 scienziati ed oltre cinquanta milioni di dollari in finanziamenti ottenuti.

Negli ultimi sei mesi, Google ha acquisito otto aziende tecnologiche a lavoro su un progetto relativo alla realizzazione di robot umanoidi, anche se è ovvio che il target d'utenza del progetto capitanato da Rubin è ben diverso da quello che ha visto milioni di utenti in tutto il mondo innamorarsi del robottino verde, simbolo di Android.

Il post di Larry Page, nella sua pagina di Google+
Il post di Larry Page, nella sua pagina di Google+

L'idea di Google è ben distante dalla realizzazione di automatismi per migliorare la realizzazioni di prodotti nelle fabbriche – spiega Rubin in un'intervista rilasciata al New York Times – bisogna pensare al tempo come un fattore. Abbiamo bisogno di costruirci una pista su cui lavorare, con una visione che guarda avanti di almeno 10 anni.

Insomma, assieme alla casa intelligente Big G pensa all'assistente robot intelligente: progetti non strettamente collegati, che fanno parte di una visione ben più ampia e che, a quanto pare, entro 10 anni rivoluzioneranno il modo di vivere la casa ed il lavoro.

Il timore, che si fa sempre più reale, è che il dominio di Google in diversi settori relativi alla tecnologia – e quindi alla vita di tutti i giorni – diventi troppo influente, grazie anche all'accumulo sempre maggiore di tutta una serie di dati personali relativi alla vita, ai gusti ed alle abitudini degli utenti: un potere che permetterà all'azienda di creare prodotti tecnologici in grado di esaudire ogni nostro bisogno, ma che in mani sbagliate potrebbe rappresentare una vera e propria minaccia.

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