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Google, all’asta i quadri creati dall’intelligenza artificiale di Big G

All’inizio li chiamavamo sogni, ora li definiamo quadri. Sono le opere “impressioniste” realizzate dall’intelligenza artificiale di Google, una sorta di rappresentazione visiva di ciò che viene analizzato dal software di Big G. I dipinti sono finiti all’asta a San Francisco.
A cura di Marco Paretti
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All'inizio li chiamavamo sogni, ora li definiamo quadri. Sono le opere "impressioniste" realizzate dall'intelligenza artificiale di Google, una sorta di rappresentazione visiva di ciò che viene analizzato dal software di Big G. Una procedura che aiuta a capire in che modo impara nel tempo e cosa succede quando qualcosa nel processo di apprendimento non funziona come dovrebbe. Quest'ultimo è in realtà piuttosto semplice: Google mostra al software milioni di immagini modificando man mano i parametri fino a quando l'intelligenza artificiale riesce a fornire la classificazione richiesta.

29 di questi "dipinti" sono stati messi all'asta a San Francisco, all'interno di una mostra avente come protagoniste proprio le opere generate dall'intelligenza artificiale di Google. Il quadro venduto al prezzo più alto è una rappresentazione notturna per la quale un partecipante ha offerto 8 mila dollari. "Pensavo che l'arte fosse una peculiarità esclusivamente umana" ha commentato Blaise Agueda y Arcas, capo del dipartimento per l'intelligenza artificiale di Google. "Ora non più. Penso che quando incontreremo gli alieni gli piacerà l'arte del nostro software".

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Le opere di Google vengono generate attraverso un processo definito "Inceptionism" dai responsabili del progetto: in pratica, una fotografia viene inserita nel sistema, questo la elabora e restituisce il risultato finale. Durante questa procedura il computer genera un'idea di quelli che secondo lui sono gli oggetti contenuti all'interno di una scena, dando vita alle immagini oniriche che caratterizzano i "sogni" dell'IA di Google.

C'è poi la possibilità di far analizzare al software un'immagine alla ricerca di forme che ricordano altri oggetti. In questo caso i risultati sono assurdi e paradossali, perché se per esempio l'intelligenza artificiale individua la forma di un uccello in un nuvola, il sistema accentuerà la presenza del corpo estraneo facendo di fatto apparire un volatile in cielo. Così L'urlo di Munch diventa un cane, in cielo appaiono maiali e i volti si riempiono di occhi. La predominanza di animali non è un caso: il software è stato istruito con molte immagini di fauna e, di conseguenza, predilige l'interpretazione animalesca.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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