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Google annuncia il cinema in realtà virtuale con Help e Spotlight Stories

Il colosso ha distribuito per smartphone e tablet android un corto tutta azione e furia diretto da Justin Lin che si può guardare in tutte le direzioni solo puntando il device nella direzione desiderata.
A cura di Gabriele Niola
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Non è il solito esperimento fine a se stesso, Help è una vera esperienza narrativa di nuova generazione. Non è un corto girato da un ingegnere per testare una tecnologia, ma un’operetta concepita e girata da Justin Lin (autore dei Fast & Furious dal terzo al sesto episodio) per far fare un passo in avanti alla maniera in cui raccontiamo alcune cose per immagini. Nel caso particolare di Lin la materia trattata è un inseguimento mozzafiato tra un mostro alieno che distrugge tutto e due esseri umani impotenti ma determinati a sopravvivere, mentre la particolarità è che non dovete guardare quel che il regista inquadra, perchè lui ha inquadrato tutto, dunque potete anche voltarvi in tutti i lati, a 360°, e guardare quel che volete.

La possibilità la offre Spotlight Stories, app che Google ha rilevato da Motorola e messo a frutto con qualche corto animato più questo delirio di Lin. Al momento è disponibile solo per smartphone e tablet Android ma ben presto arriverà la versione iOs. Si scarica l’app e poi al suo interno si scarica il corto (pesa 1Gb), tutto gratis. Una volta finito il download si può premere play.
Vi troverete di fronte uno skyline americano di notte, alcuni meteoriti che si schiantano a terra nell’asfalto e un alieno piccolo ma mostruoso che ne esce fuori. Colpito da una strana luce comincia a crescere sempre di più ed essere sempre più mostruoso, mentre cresce gli unici due esseri umani presenti (una donna e un poliziotto) cercano di mettersi in salvo dalla distruzione totale.

Pochi dubbi sulla presa che ha Help, è una cavalcata al termine della quale è impossibile dire quanto tempo sia passasto. Il consiglio è di guardare il corto in piedi, solo così si può puntare lo smartphone come si farebbe con una videocamera, per inquadrare quel che si vuole. Sfruttando il giroscopio il cellulare o il tablet rileva la posizione in cui è tenuto, sa se lo state tenendo verso l’alto o verso il basso, se vi state girando verso destra o verso sinistra e sposta l’inquadratura di conseguenza. Si può guardare l’inseguito o l’inseguitore ma anche (se vi va) un pezzo di pavimento.

La portata e la potenza dell’idea si commentano da sole. Chi è in possesso degli economici visori da realtà virtuale per cellulari (ne esiste uno di cartone realizzato da Google stesso) può fare anche un ulteriore passo in avanti e comprendere come Google Spotlight Stories voglia avvicinare la realtà virtuale al cinema. Con Oculus Rift abbiamo capito che i mondi virtuali molto di moda negli anni ‘90 e in seguito dimenticati stanno tornando ma in una versione migliore, con 15 anni di evoluzione tecnologica dalla loro. Il cinema dovrà giocare un ruolo fondamentale nel cambio di paradigma e Google vuole stare sulla frontiera. Ha già distribuito anche un developer kit per chi volesse fare video per Spotlight.

Certo non è semplice realizzare un video così, a meno che non si scelga la strada dell’animazione. Se i mondi animati in CG possono facilmente esistere a 360° per riprenderne uno reale Justin Lin si è fatto costruire un sostegno in grado di tenere insieme 4 videocamere, puntate nelle 4 direzioni principali e ognuna con un obiettivo ad occhio di pesce per riprendere quanto più è possibile. Ma non basta. Bisogna eliminare tutta la troupe, non ci può essere nessuno dietro la videocamera perchè non esiste un “dietro la videocamera”, tutto viene ripreso. Per Help dunque il sostegno era tenuto in piedi da una serie di cavi (come le videocamere che si muovono lungo tutto lo stadio nelle partite di calcio) e manovrato da lontano in un tripudio di sfondi finti, il corto infatti è stato girato in una stanza grandissima, tutta foderata di blu-screen. Un simile oggetto non lo si può portare dentro e fuori gli ambienti, sono gli ambienti che devono venire da lui.
Se considerate però che anche Avatar è stato girato in questa maniera capite che stiamo parlando di qualcosa di nuovo ma non impossibile, di costosissimo ma non folle.

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