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Google chiude Google News in Spagna dopo l’approvazione della Google tax

Google in seguito all’approvazione in Spagna della legge sulla proprietà intellettuale che prevede all’art. 32.2 l’introduzione di quella che è ormai conosciuta come “tasa Google”, decide di chiudere Google News già a partire dal prossimo 16 dicembre, ben prima dell’entrata in vigore della legge prevista per il 1° gennaio 2015.
A cura di Francesco Russo
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La risposta di Google all'approvazione della legge, ormai più conosciuta come "Tasa Google" in Spagna, è arrivata e, come era prevedibile, il colosso di Mountain Views ha deciso che chiuderà Google News in Spagna a partire dal prossimo 16 dicembre. L'annuncio è stato dato da Richard Gingras, Responsabile Google News. La legge spagnola sulla proprietà intellettuale "Ley de Propiedad Intelectual" (LPI), che inasprisce le sanzioni per gli scambi non autorizzati di opere coperte da copyright attraverso la rete, è stata approvata dal parlamento spagnolo alla fine di ottobre ed entrerà in vigore dal 1°gennaio 2015. E quindi a pochi giorni dall'entrata in vigore, Google prende il provvedimento già adottato in altre situazioni come queste.

La legge spagnola sulla proprietà intellettuale, all'art. 32.2 prevede che nel momento in cui si mette a disposizione del pubblico, attraverso servizi elettronici, quindi la Rete, del contenuto o frammenti di esso, si deve riconoscere agli editori il "diritto inalienabile" di ricevere una compensazione equivalente per la proprietà intellettuale che è stata riprodotta. Di fronte all’approvazione di questo articolo Google deve riconoscere agli editori una compensazione per il fatto di riprodurre i loro contenuti all’interno di Google News. L'articolo in questione della LPI non si rivolge in maniera esclusiva a Google, ma a tutti i siti "aggregatori online". Quindi colpisce anche altri siti come ad esempio "Meneame" il cui fondatore Ricardo Galli ha criticato fortemente l'introduzione di questa compensazione che andrà direttamente riconosciuta agli editori.

Richard Gingras nell'articolo in cui annuncia la decisione di Google ricorda che Google News è un servizio libero e che viene utilizzato a scelta dall'editore e che oggi sono tale servizio è disponibile in 35 edizioni e in 35 lingue. E spiega il perchè si è arrivati alla decisione di sospendere Google News in Spagna:

Questa nuova legge richiede un addebito per ogni pubblicazione spagnola su servizi come Google News per mostrare anche un piccolo frammento loro pubblicazioni, volenti o nolenti. Google News è un servizio che non genera entrate (noi non mostriamo alcuna pubblicità sul sito) quindi questo nuovo approccio è semplicemente non sostenibile. E' con vera tristezza che il 16 dicembre (prima che la nuova legge entrerà in vigore a gennaio) verranno rimossi i contenuti degli editori spagnoli e chiudiamo Google News in Spagna."

L'introduzione di questa nuova legge, conosciuta anche come "canon AEDE" (l'associazione degli editori spagnoli) ha ovviamente provocato forti polemiche e diviso il parlamento con i socialisti che sostengono che questa legge finirà per proteggere solo i grandi editori.

Ma la legge spagnola è solo una delle norme simili approvate di recente in Europa. Tentativi simili si sono visti in questi ultimi mesi, e in questi ultimi anni. in Germania, in Francia e in Belgio.

In Germania dopo una battaglia legale che riconosceva agli editori tedeschi il diritto a ricevere il pagamento di una compensazione, Google decise di pubblicare solo il titolo e il link di riferimento alla notizia, senza aggiungere altro contenuto. Ma sono stati poi gli stessi editori, come Axel Springer, il più grande editore del paese, insieme ad altri, ad ammettere che in quel modo il traffico verso i siti di notizie era calato dell'80%, ammettendo di fatto la validità di Google News.

In Francia nel 2013 il colosso del Web e il governo francese raggiunsero un accordo per il pagamento di 60 milioni di euro come risarcimento per gli editori francesi per l'utilizzo dei cloro contenuti. Una soluzione questa che non aveva alcuna base legislativa, come invece accade in Spagna.

In Belgio la contrapposizione tra gli editori locali e Google è durata sei anni. Tutto iniziò nel 2006 quando l'editore di siti di notizie come "Le Soir", insieme ad altri, iniziò la battaglia legale contro il colosso di Mountain View per vedersi riconoscere una quota per la pubblicazione dei loro contenuti. Ma nonostante i giudici belgi avessero condannato Google, alla fine si è arrivati ad un accordo comune dando vita ad una vera partnership tra editori e Google stessa.

Val la pena ricordare che questo è solo un nuovo episodio di questa forte contrapposizione tra editori europei e Google e tra le autorità europee contro il colosso californiano. Le autorità europee in queste ultime settimane hanno ripreso in mano i tanti fascicoli che riguardano Google a vario titolo e lo stesso Günther Oettinger, nnuovo commissario europeo per l'economia digitale, ha ventilato la possibilità di giungere ad una "Google tax" europea.

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