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Google, uno studio accusa Big G: “I risultati di ricerca danneggiano gli utenti”

I risultati di ricerca di Google ci danneggiano. È il risultato di uno studio svolto da Tim Wu e Michael Luca, rispettivamente docente di legge alla Columbia ed economista ad Harvard, in collaborazione con Yelp, il portale di recensioni di locali.
A cura di Marco Paretti
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I risultati di ricerca di Google ci danneggiano. È il risultato di uno studio svolto da Tim Wu e Michael Luca, rispettivamente docente di legge alla Columbia ed economista ad Harvard, in collaborazione con Yelp, il portale di recensioni di locali. I risultati dell'indagine sottolineano ancora una volta come Google tenda a mostrare prevalentemente i propri prodotti all'interno dei risultati di ricerca: i dettagli dei voli, le recensioni di ristoranti e pub e le voci di personaggi famosi sono tutti elementi che vengono messi in mostra all'interno dei servizi di Big G, declassificando tutti gli altri risultati.

In questo modo, secondo i ricercatori, l'azienda di Mountain View limita le scelte dei consumatori che, probabilmente, preferirebbero i contenuti più completi offerti da realtà come Yelp o TripAdvisor. Chiaramente, trattandosi di un studio commissionato proprio da una di queste aziende, l'intera iniziativa potrebbe sembrare di parte. In realtà le critiche verso il sistema di Google sono attive già da diversi anni; ciò che stupisce è che la posizione di Tim Wu si è completamente ribaltata nel tempo. Noto per aver creato l'espressione Net Neutrality, il ricercatore aveva sempre appoggiato l'operato di Google, difendendolo contro le accuse dell'Unione Europea.  "Quando i fatti cambiano, il tuo pensiero deve cambiare" ha però commentato nel corso di un'intervista.

Google Android M

"La cosa più sorprendente e scioccante è stato realizzare che Google non sta presentando i prodotti migliori" ha continuato. "Infatti, sta mostrando una loro versione che è degradata e intenzionalmente peggiore per i consumatori". Insomma, la manipolazione dei risultati di ricerca non danneggia solo le altre aziende, ma anche i consumatori che in questo modo hanno accesso a funzionalità peggiori rispetto a quelle disponibili – ma "nascoste" – sul web. Solo qualche mese fa l'Antitrust UE ha deciso di accusare formalmente Google di abuso di posizione dominante, accuse alle quali l'azienda ha risposto fermamente spiegando di "non aver danneggiato la concorrenza". Quello a cui ora puntano Yelp e le altre aziende, però, è dimostrare che Big G stia danneggiando gli stessi utenti.

Per questo hanno mostrato a 2.690 persone due diverse tipologie di risultati di ricerca legati a business locali. Metà dei soggetti si è trovata davanti ai classici risultati di Google, mentre l'altra metà ha visto apparire link legati a soluzioni esterne a quelle dell'azienda di Mountain View. Il risultato è che chi si è trovato davanti a queste ultime proposte ha mostrato il 45% di probabilità in più di cliccare sui link. "La diffusa tesi che la ricerca universale di Google serve gli utenti e i commercianti è dimostrabilmente falsa" hanno concluso i ricercatori. "Invece, nella più larga categoria di ricerca (basata su richieste locali), Big G sembra strategicamente distribuire la ricerca universale in un modo che degrada il prodotto per rallentare ed escludere i concorrenti dal suo paradigma di ricerca dominante".

google antitrust

Google non ha ancora commentato ufficialmente la notizia, ma due persone vicine all'azienda hanno criticato lo studio spiegando che la qualità dei risultati di ricerca non si misura con il numero di clic. "Queste persone fanno anche notare che il business di Yelp non ha sofferto per il fatto che Google privilegia i propri materiali" hanno affermato le fonti citate da Bloomberg. "Il valore azionario di Yelp è quasi triplicato da quando è diventato pubblico, nel 2012. E i consumatori potrebbero anche rivolgersi a motori di ricerca concorrenti come Bing, andare direttamente su siti come Yelp o aprire un'applicazione sul proprio smartphone". A breve, comunque, l'azienda dovrà replicare alle accuse dell'Antitrust UE: la linea di difesa dovrebbe essere pubblicata il prossimo 17 agosto.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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