“Hashtag” parola dell’anno 2012, secondo l’American Dialect Society
Il 2012 verrà probabilmente ricordato come l'anno di Twitter. Nonostante sia ancora lontana dai record di Facebook, quest'anno la piattaforma di microblogging ha visto giungere la sua popolarità a livelli mai visti, tanto che persino l'American Dialect Society ha scelto il termine "hashtag" come parola dell'anno, ulteriore testimonianza di un successo ormai inarrestabile. Una giuria composta da linguisti, ricercatori, giornalisti, grammatici e storici a stelle e strisce ha incoronato l'ormai celebre #, seguito dalla parola o dalla frase del momento, per evidenziare la diffusione dei tweet nella comunicazione e nell'universo simbolico americano (dove Twitter gode di maggiore popolarità rispetto al resto del mondo).
Del resto il 2012 è stato un anno caratterizzato da molteplici eventi che sulla piattaforma di microblogging hanno avuto un enorme risonanza, a partire dal tweet "Four more years" pubblicato da Barack Obama subito dopo la sua rielezione, passando per l'Uragano Sandy, le Olimpiadi di Londra, gli Europei di Calcio, senza dimenticare l'immancabile Super Bowl, momenti celebrati a suon di tweet e hashtag da parte di milioni di utenti sparsi nei quattro angoli del globo.
Anche per l'azienda stessa si tratta di un momento d'oro, anche se molto difficile. La guerra tra i social network è ormai aperta e nonostante la potenza di fuoco limitata rispetto a competitors come Facebook e Google, Twitter è riuscita a ritagliarsi una fetta di mercato sempre più ampio (crescendo dell'86% nel giro di un solo anno) e si inseguono sempre più frequentemente le voci di un probabile sbarco in Borsa entro il prossimo anno. Insomma la decisione dell'American Dialect Society di nominare l'hashtag come parola dell'anno non fa che apporre il sigillo culturale a quello che per Twitter è stato davvero un anno ricco di successi e soddisfazioni.