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I dieci modi in cui Facebook è entrato nella nostra vita

Alcune ricerche condotte negli ultimi due anni ci mostrano il modo in cui interagiamo con i social network e la loro presenza nella nostra vita. Scopriamo così che i single sono meno felici delle coppie e che un utente su due ama aggiornare il proprio status dopo aver fatto l’amore…
A cura di Angelo Marra
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Con 18 milioni di iscritti solo in Italia (e quasi 700 in tutto il mondo), il social network di Zuckerberg è diventato a tutti gli effetti un fenomeno di costume, oltre che strettamente tecnologico, con il quale ci confrontiamo e ci rapportiamo nella vita di tutti i giorni. Analizzare i tempi e i modi in cui utilizziamo Facebook può essere uno strumento valido per conoscere meglio le nostre abitudini ed il nostro modo di rapportarci con gli altri e molti istituti di ricerca hanno pubblicato ricerche al riguardo, alcune delle quali con risultati davvero interessanti.

Fuori dall'ufficio non ti conosco.

Il 56% degli intervistati ritiene sconveniente avere tra gli amici il proprio capo. Decisamente meglio evitare che i nostri datori di lavoro possano avere troppe informazioni su di noi, su come trascorriamo il nostro tempo e magari su quale opinione abbiamo dei nostri vertici aziendali. La percentuale sale al 62% se parliamo di manager che annoverano nella rete personale i propri dipendenti, una pratica condannata probabilmente nell'ottica di preservare la divisione gerarchica e mantenere incontaminato il rapporto lavorativo con i dipendenti

Porno, "mi piace".

Per questo genere di informazioni è probabile che una ricerca sia più che superflua. L'interesse per il sesso e la pornografia tra gli internauti è da sempre uno dei motori trainanti del traffico in rete e non c'è ragione per cui il social network bianco e blu, specchio di gusti e tendenze di milioni di persone, debba esserne esente. Ecco perchè i link di tipo erotico-sessuale sono condivisi il 90% delle volte in più degli altri.

Fidanzati più felici dei single.

Contro lo stereotipo degli scapoli dalle coronarie preservate, da una ricerca condotta il giorno di San Valentino sembra che fidanzati e ammogliati postino aggiornamenti di status più sereni rispetto ai single. Questi ultimi però possono rifarsi con le anime perdute delle “Relazioni complicate”, ultimi classificati nel rating di felicità. Per la serie, se proprio dovete fidanzarvi, fatelo per bene!

Lasciarsi su Facebook.

Un uomo su quattro ha mollato la sua lei tramite il social network, a differenza delle donne che evidentemente preferiscono i metodi tradizionali, lasciando ad un misero 9% di loro il compito di usare Facebook per silurare l'amato. Per il 21% degli intervistati cambiare il proprio status sentimentale in “single” è un suggello che ufficializza inesorabilmente la fine di un rapporto, come una volta era togliersi la fede nuziale.

Molti amici, molti lamenti.

L'istinto materno femminile e la generale predisposizione delle donne all'ascolto vengono categoricamente abusate dagli amici. L'85% delle esponenti del gentil sesso si dichiarano infastidite dai loro contatti; nello specifico ad annoiare le internaute in gonnella sono il “lamentarsi tutto il tempo” (63%), “condivisioni non richieste di pareri e opinioni politiche” (42%) e “vantarsi della perfezione della propria vita” (32%).

Privacy? È qualcosa che si mangia?

Nonostante il trattamento dei dati personali e la riservatezza, soprattutto su Facebook, siano stati oggetto di biblici dibattiti ed infinite discussioni, un utente su quattro continua ad ignorare le impostazioni del social network in merito alla privacy. Lo stesso studio punta il focus soprattutto nei confronti dei minori, non adeguatamente tutelati magari dai loro stessi parenti, che ne postano immagini e riferimenti senza alcun filtro.

Una mamma per amica.

Altro oggetto di indagine è stato il rapporto tra genitori e figli e la presenza di entrambi nella stessa rete. Secondo una ricerca il 48% dei genitori ritiene sia una buona idea fare parte della rete dei contatti dei propri discendenti, chiaramente con l'intento di supervisionarli e tutelarli, anche se a volte non si tratta di un'esperienza molto semplice. Intervistati riguardo all'età minima per consentire l'utilizzo di Facebook ai figli, solo il 26% ha deciso per la maggiore età. La percentuale massima (36%) opta per un'età compresa tra i 16 e i 18 anni, mentre per il 30% di loro 14 anni sono più che sufficienti. Scandalosa rimane la scelta dell'8% degli intervistati, che consentirebbe l'utilizzo del social network anche ai minori di 13 anni.

V-day everyday.

Se Facebook è diventato parte della quotidianità e del vivere di tutti noi, non può essere certo esente dalle simpatiche espressioni gergali che caratterizzano il nostro modo di esprimerci. Il popolare invito anglo-americano della grande F (l'equivalente per intenderci del nostro Vaffa nazionale) risulta essere l'espressione più usata nel social network, almeno per il 47% degli intervistati che ammette qualche espressione non propriamente elegante sul proprio profilo. Per il 56% invece, non si tratta di una scelta personale, piuttosto di un raffinato omaggio da parte di qualche affezionato amico.

Lui chi è?

Sappiamo che i social network in generale sono diabolici strumenti di violazione del sacrosanto undicesimo comandamento, con Facebook a fare da portabandiera. Questa eccessiva disponibilità di informazioni personali, soprattutto se si parla di ex fidanzati, può portare ad un'incontrollabile e morbosa attenzione da parte nostra. Il 48% degli intervistati infatti, ammette di osservare (leggere: spiare) i profili degli ex abitualmente, vittima di un'implacabile curiosità che le varie reti sociali spesso possono soddisfare.

Meglio di una sigaretta.

Una ricerca del 2009 ha sottolineato i momenti meno prevedibili in cui preferiamo aggiornare il nostro status o semplicemente controllare eventuali novità sul nostro profilo. Se non stupisce affatto che il 65% degli intervistati indichi un limitato interesse verso i social network durante le vacanze ed una percentuale simile ammetta di farlo durante le ore di lavoro, preoccupa senza dubbio che il 40% degli utenti dichiari di farlo durante la guida. Un utente su tre sotto i 35 anni invece aggiorna il proprio status dopo aver fatto sesso. Chissà cosa scriverà…

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