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Il 42% degli italiani teme di perdere il lavoro a causa dell’Intelligenza Artificiale

Gli italiani temono gli effetti dell’Intelligenza Artificiale, e dell’Innovazione in generale, sul lavoro e sul livello di competitività. Una preoccupazione che riguarda il 42 percento degli italiani e il 38 percento dei dipendenti d’azienda, si va oltre il 70 percento se a quest’ultimo dato aggiungiamo anche i topo manager d’azienda.
A cura di Francesco Russo
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Gli italiani temono gli effetti dell'Intelligenza Artificiale, e dell'Innovazione in generale, sul lavoro e sul livello di competitività. Una preoccupazione che riguarda il 42 percento degli italiani e il 38 percento dei dipendenti d'azienda, raggiungendo oltre il 70 percento se a quest'ultimo dato aggiungiamo anche i top manager d'azienda, secondo la ricerca SWG presentata all'Ey Digital Summit di Capri. L'Italia è un paese che ha grandi potenzialità ma è ancora penalizzata dall'assenza di una vera cultura digitale. Sempre dall'EY Digital Summit di Capri emerge che ci sono ancora, nel 2019, 10 milioni di italiani che non hanno ancora una connessione Internet. Di conseguenza, aumentano le preoccupazioni delle persone e delle aziende rispetto alle grandi tecnologie e innovazioni che avranno grandi effetti sulla vita di tutti, come l'Intelligenza Artificiale appunto.

L'IA viene ancora vista come una innovazione da temere, invece che come una opportunità. Il 42 percento degli italiani, secondo una ricerca SWG presentata all'EY Digital Summit di Capri, teme gli effetti dell'AI sul lavoro, in primo luogo. Gli italiani temono che un uso massiccio dell'Intelligenza Artificiale possa tradursi in una conseguente perdita di posti di lavoro. E anche le imprese e i dipendenti hanno paura degli effetti dell'Intelligenza Artificiale: l'indagine evidenzia come queste due categorie siano accomunate dalla medesima preoccupazione, cioè una progressiva perdita di competitività delle stesse aziende.

Sia tra i cittadini che tra i dipendenti d'impresa "emergono preoccupazioni rispetto ai processi di innovazione", si legge nel comunicato che ha diffuso i dati della ricerca. È quanto mai necessario quindi lavorare per consolidare una cultura digitale e una nuova cultura digitale d'impresa, "sarà importante quindi anche aiutare la popolazione a comprenderne le opportunità".

Ad essere più innovative, invece, secondo l'indagine sono le grandi multinazionali o le grandi imprese internazionali, mentre le istituzioni pubbliche, le organizzazioni no profit e le Pmi seguono il processo d'innovazione ancora a rilento. Infatti, "per oltre il 70% sia di top manager sia dei lavoratori, le aziende italiane faticano ad accettare una cultura digitale d'impresa". Inoltre, circa il 65% degli stessi "ha timore a investire in innovazione digitale". Un punto, questo, già evidenziato da una ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano che ha rilevato come solo il 12% di aziende, nel 2019, ha avviato progetti di Intelligenza Artificiale. La stessa ricerca però rivela come il 94% di imprenditori e top manager ritiene che nel futuro, anche in Italia, nessuna impresa potrà prescindere dal fatto di avere un’elevata competenza e struttura tecnologica.

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