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Opinioni

Il cambio di Facebook non basta, Coca Cola e altre 100 aziende lo boicottano togliendo la pubblicità

Facebook ha annunciato una serie di novità riguardanti i contenuti politici in risposta al crescente dissenso sulla gestione di questi elementi. Il cambiamento, però, non ha impedito la nascita di un movimento che sta portando oltre 100 aziende a bloccare gli investimenti sulla piattaforma.
A cura di Marco Paretti
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Zuckerberg Georgetown

Nella serata di ieri Facebook ha annunciato una serie di novità riguardanti i contenuti politici, elementi che nelle ultime settimane si sono rivelati un vero grattacapo per Zuckerberg. Sul suo profilo ufficiale il fondatore e CEO del social network ha spiegato che la piattaforma ha deciso di segnalare i post dei politici che violano le regole, adottando una strategia più simile a quella di Twitter dopo un periodo passato a difendere una linea per la quale i messaggi politici avevano il completo via libera su Facebook. Elemento che ha creato non pochi problemi a Zuckerberg a causa dei post del Presidente Trump. Tra cui una fuga degli inserzionisti che, pare, continuerà anche dopo questi cambiamenti.

L'annuncio delle novità è infatti arrivato a poche ore da quello di Unilever, che ha annunciato un blocco totale delle inserzioni sul social network per i prossimi sei mesi. Una decisione che ha avviato un vero e proprio movimento per boicottare Facebook al quale stanno partecipando oltre 100 aziende, che nel corso dei prossimi mesi non investiranno nella pubblicità sul social di Zuckerberg. Anche Coca Cola ha annunciato uno stop per un mese alle pubblicità, ma ha specificato di non far parte del movimento di boicottaggio. "Non c'è spazio per il razzismo nel mondo e non c'è spazio per il razzismo sui social network" ha commentato il CEO di Coca Cola James Quincey.

Solo l'annuncio di Unilever ha contribuito a un crollo in borsa dell'azienda pari al 7 percento, con la fortuna personale di Zuckerberg che ha visto evaporare 7 miliardi di dollari in poche ore facendolo scendere di un posto nella classifica degli uomini più ricchi del mondo. D'altronde per il social network il business pubblicitario è fondamentale: circa il 98 percento dei ricavi annuali – pari a 70 miliardi di dollari – derivano dalla pubblicità e Unilever rappresentava uno dei maggiori investitori. Allo stesso modo, tra le aziende che hanno scelto di boicottare il social è anche quella che ha deciso di farlo per più tempo.

La risposta di Facebook:

Investiamo miliardi di dollari ogni anno per mantenere la nostra comunità sicura e lavoriamo costantemente con esperti esterni per rivedere e aggiornare le nostre policy. Ci siamo sottoposti a una audit sui diritti civili e abbiamo bandito 250 organizzazioni della supremazia bianca da Facebook e Instagram. Gli investimenti che abbiamo fatto in Intelligenza Artificiale ci permettono di individuare quasi il 90% dei discorsi d'odio su cui interveniamo prima che gli utenti ce li segnalino, mentre un recente rapporto dell'Unione Europea ha rilevato che Facebook ha esaminato più segnalazioni di hate speech in 24 ore rispetto a Twitter e YouTube. Sappiamo di avere ancora molto lavoro da fare, e continueremo a collaborare con i gruppi per i diritti civili, il GARM e altri esperti per sviluppare ancora più strumenti, tecnologie e policy per continuare questa lotta.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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