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Il cellulare non mette in pericolo la fertilità dell’uomo

Gli smartphone mettono a rischio la fertilità degli uomini? L’argomento fa discutere ormai da molti anni, ecco qual è la reale situazione.
A cura di Marco Paretti
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Gli smartphone mettono a rischio la fertilità degli uomini? L'argomento fa discutere ormai da molti anni, tanto che alcune marche di moda hanno cominciato a vedere delle mutande "schermanti" in grado di respingere le radiazioni che, almeno in teoria, dovrebbero colpire i genitali maschili provocando l'infertilità. La colpa sarebbe da attribuire all'abitudine di tenere lo smartphone nella tasca anteriore dei pantaloni, cioè vicino ai genitali. Ma è davvero così rischioso? A cercare di fare chiarezza è Timothy J. Jorgensen, direttore dell'Health Physics and Radiation Protection Graduate Program e professore di radiologia presso la Georgetown University.

L'idea che le radiazioni elettromagnetiche presenti nelle onde radio possano causare una diminuzione della densità degli spermatozoi circola da ormai diversi decenni e può essere ritrovata anche durante la Seconda Guerra Mondiale, quando ha cominciato a circolare la notizia che le radiazioni dei raggi x causavano sterilità temporanea. Essendo entrambe radiazioni elettromagnetiche, in molti hanno cominciato a pensare che anche le onde radio potessero avere gli stessi effetti, ma è davvero così? In realtà no, perché ciò che distingue i raggi x dalle onde radio è la lunghezza delle onde, che nelle seconde è più lunga e trasporta meno energia, insufficiente a danneggiare le cellule.

I raggi x sono in grado di influenzare la densità degli spermatozoi perché capaci di "uccidere" le cellule testicolari che li generano, ma anche in questo caso la sterilità è solo temporanea e nel giro di qualche mese le cellule sane riescono a sostituire quelle morte e gli spermatozoi tornano al loro numero iniziale. Se quindi è necessaria un'alta dose di raggi x per arrivare a questo risultato, come può una più debole radiazione uccidere le stesse cellule? In realtà, almeno in teoria, non può farlo. I video diventati virali dove si vede un cellulare "cuocere" un uovo sono solo bufale che cavalcano la credenza che il surriscaldamento del dispositivo sia dovuto alle radiazioni e non alla batteria, mentre le notizie riguardanti una diminuzione della densità degli spermatozoi sono sempre sporadiche e poco verificabili.

Il problema di questa situazione confusionaria è principalmente questo: quasi tutti gli studi contro gli smartphone, spiega Jorgensen, arrivano da realtà esterne al settore della radiologia e vengono pubblicati in giornali di basso livello. Nessuno, peraltro, sembra tenere conto dei motivi che possono portare ad un abbassamento naturale e non malevolo del numero degli spermatozoi. Uno su tutti: se un uomo eiacula ogni giorno può vedersi abbassare anche fino al 50 percento il numero di spermatozoi. "Se gli smartphone causassero davvero infertilità", si chiede Jorgensen, "perché laboratori di alto profilo dovrebbero negare queste pretese?". Infine, il docente ricorda come molti lavori sottopongano gli uomini ad alte dosi di onde radio senza apparenti ripercussioni sulla loro fertilità, un elemento troppo difficile da negare con studi così deboli. È questo il più grande problema: attualmente sono poche le ricerche che hanno analizzato il fenomeno in maniera corretta, elemento che ha contribuito a creare una situazione poco chiara. Stando alle parole del docente, sulla carta i pericoli sono minimi, ma la conferma scientifica deve ancora arrivare. Nel frattempo, se siete preoccupati per la vostra salute, "potete sempre tenere lo smartphone in un'altra tasca" conclude Jorgensen.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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