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Il CEO di Twitter ha lodato e partecipato al podcast di un no-vax

Il fondatore e numero uno di Twitter ha partecipato in questi giorni a un podcast condotto da una personalità statunitense attiva nella diffusione di teorie no-vax, ma la società ha dichiarato che il suo CEO non era a conoscenza delle posizioni del conduttore. Ingenuità o meno, gli utenti della piattaforma ora chiedono spiegazioni.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Mentre molte piattaforme online cercano di contrastare in qualche modo il diffondersi della disinformazione nel delicato ambito dei vaccini, il fondatore e numero uno di Twitter, Jack Dorsey, è appena incappato in uno scivolone che gli sta costando parecchie critiche online. L'informatico e imprenditore è stato infatti ospite in questi giorni di un podcast condotto da Ben Greenfield, un autore statunitense attivo nei settori di coaching e fitness ma soprattutto un convinto sostenitore delle teorie no-vax. Il podcast in questione non è ancora stato reso disponibile online, ma al termine della registrazione Dorsey non ha mancato di ringraziare l'ospite, dicendosi grato per il lavoro che fa nell'informare il pubblico in fatto di salute.

Leggendo le anticipazioni di Greenfield sembra che i due abbiano parlato di gestione dello stress, allenamenti intensivi, crioterapia fai da te, ormesi e altri temi, mentre i vaccini — stando invece a una fonte della Nbc coinvolta nel processo di registrazione del podcast — non sarebbero stati trattati. Questo però non ha impedito al CEO di finire sotto una pioggia di critiche sulla sua stessa piattaforma: l'accusa è quella di aver dato risonanza — consapevolmente o meno — a un soggetto che dichiara deliberatamente come i vaccini causino l'autismo, appoggiandone indirettamente le posizioni e accreditandolo come un divulgatore attendibile.

Esiste la possibilità che Dorsey abbia deciso di collaborare con Greenfield senza conoscerne le posizioni in fatto di vaccini (è quel che la società ha dichiarato a Recode), ma anche in questo caso l'errore non sarebbe da poco: il numero uno di una piattaforma frequentata da 126 milioni di utenti ogni giorno non è solamente una personalità influente in ambito hi tech, ma anche uno dei principali responsabili delle regole che su quella piattaforma vengono fatte rispettare. Diffondere teorie antiscientifiche non è considerato vietato su Twitter, ma altre realtà come Facebook stanno decidendo di penalizzare i post che contengono riferimenti alla presunta pericolosità dei vaccini; dopo la vicenda di questi giorni è probabile che anche il social di Dorsey sarà chiamato ad assumere una posizione più netta al riguardo.

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