I problemi riscontrati da circa un terzo degli utenti di Facebook, WhatsApp e Instagram, avvenuto lo scorso 13 marzo è stato un evento talmente sentito dagli iscritti alla rete di Zuckerberg, che alcuni cittadini hanno addirittura avuto la brillante idea di avvertire le forze dell'ordine, e tantissimi utenti si sono riversati su Twitter per continuare a comunicare con i propri contatti, per accertarsi che non si trattasse solo di un problema proprio e, perché no, anche per prendere in giro il social network più utilizzato al mondo.
A prescindere alcune reazioni chiaramente spropositate, il down delle tre applicazioni più utilizzate di sempre verrà ricordato come il Facebook down già lungo della storia del social network. Il malfunzionamento è durato più di 15 ore e si è diffuso praticamente in tutto il mondo, soprattutto nelle nelle aree costiere degli Stati Uniti e di alcune regioni del Sud America, assieme ad alcuni degli stati dell'Europa del Nord: nonostante siano stati tanti gli utenti Italiani che non riuscivano ad accedere a Facebook, il Bel Paese pare non sia una delle nazioni nelle quali il problema si è più diffuso.
Ma se in passato situazioni analoghe si sono sempre risolte nel giro di qualche ora, quello che è successo nei giorni scorsi ha fatto pensare a tante ipotesi, compresa quella relativa ad un ipotetico attacco hacker, prontamente smentita dal social network.
In realtà però, a distanza di più di un giorno, a rompere il silenzio e dare spiegazione sull'accaduto è proprio Facebook, che con un post su Twitter ha messo in chiaro che il motivo dei malfunzionamenti è stato dovuto ad un cambio di configurazione dei server, che ha finito per rendere inaccessibili tutte le piattaforme ad essi collegate.
Attualmente la situazione pare sia tornata alla normalità, e a dare conferma sono anche Down Right Now e Down Detector, che non riportano alcun malfunzionamento, se non in una piccola zona dei Paesi Bassi, e lungo le coste del sud della Gran Bretagna.