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Covid 19

Il numero di comuni no-5G è quintuplicato nei mesi del coronavirus

Le teorie complottiste che legano la diffusione del coronavirus alla presenza di antenne 5G sui territori colpiti hanno accompagnato l’evoluzione della pandemia fin dal suo ingresso in Italia, e secondo le rilevazioni di Wired potrebbero aver sortito un effetto concreto sull’avversione dei comuni nostrani nei confronti della nuova tecnologia.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Che la presenza sul territorio delle reti 5G possa essere un fattore che contribuisce al diffondersi del coronavirus è una tesi che è già stata smontata dalla comunità scientifica fin dalla sua nascita, all'inizio dell'anno. In Italia molti sindaci potrebbero però aver preso per reale questa inesistente correlazione: come dimostra un reportage di Wired, durante l'emergenza sanitaria di questi mesi in tutto il Paese si è assistito a una vera e propria esplosione nel numero di comuni che hanno emesso ordinanze di divieto all'installazione delle antenne dedicate alle reti cellulari di nuova generazione.

Comuni no-5G quintiplicati

Nel lavoro di Wired viene sottolineato come i comuni schieratisi contro il 5G con ordinanze di stop fossero a malapena 53 fino a febbraio; nel periodo che va da marzo al 20 maggio — continua la testata — il numero è salito a un totale di 262. L'incremento è stato di 209 comuni in poche settimane, e non può non far pensare al fatto che alcune amministrazioni potrebbero essersi mosse dietro la pressione di comitati per lo stop al 5G, a loro volta mossi da convinzioni di tipo cospirazionista.

Gli attacchi al 5G

L'avversione per il 5G del resto ha assunto diverse forme anche negli anni precedenti la sua introduzione in Italia. Le preoccupazioni maggiori riguardavano il fatto che le onde elettromagnetiche sprigionate da antenne e dispositivi di comunicazione di nuova generazione potessero risultare cancerogene — possibilità però smentita da diversi studi. La fantomatica correlazione tra 5G e coronavirus è solo l'ultima forma assunta da queste teorie e ha origine dal fatto che l'epidemia di Covid-19 è esplosa a Wuhan, una delle città cinesi protagonista del debutto in grande scala del 5G.

Teorie virali

Anche in questo caso non esistono evidenze scientifiche che supportino le tesi di chi reputa esista una correlazione tra sviluppo del virus e presenza di antenne 5G (Wuhan peraltro è solo una delle città dove le comunicazioni di nuova generazione sono state avviate per prime). La teoria però si è ugualmente diffusa in modo virale presso comunità ristrette ma localizzate in tutto il mondo, ispirando in alcuni casi azioni vandaliche come veri e propri attacchi e sabotaggi incendiari agli equipaggiamenti già presenti sul territorio.

In Italia il terreno per cedere al fascino di queste teorie potrebbe essersi fatto improvvisamente più fertile di quanto già non fosse fino a pochi mesi fa. Intanto un movimento anti 5G è attivo già da mesi in modo coordinato sul nostro territorio; inoltre il lockdown ha indubbiamente esacerbato gli animi di milioni di cittadini, e infine la diffusione di fake news può aver contribuito a generare ansie legittime presso la popolazione, dando ai movimenti no-5G un mandato mai così forte per avanzare le proprie richieste nei confronti delle amministrazioni comunali.

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