Il social di Trump (diventato un blog) ha chiuso dopo meno di un mese
Doveva essere un social network alternativo per tutti i sostenitori dei repubblicani e dell'alt right statunitensi; poi si è trasformato in un blog personale con interventi confezionati e pronti da ricondividere e ora è stato chiuso per sempre: la parabola dell'anti-Twitter di Donald Trump si è conclusa in queste ore con l'interruzione delle attività di From the Desk of Donald J. Trump, ovvero l'ultima forma che aveva assunto il progetto. I sostenitori più fedeli dell'ex presidente statunitense si sono accorti già da qualche ora della novità, ma a riferire che il sito non tornerà più online è stata la CNBC, tramite un'intervista a uno dei consiglieri dell'imprenditore.
L'espulsione a gennaio
From The Desk of Donald J. Trump è solo l'ultimo tentativo da parte dell'ex presidente di riuscire a svincolarsi dai social tradizionali per far arrivare la sua voce a milioni di persone senza dover rendere conto di regole e moderazioni. Espulso da Twitter, Facebok, YouTube e qualunque altra piattaforma rilevante dopo l'assalto al Congresso del 6 gennaio, l'ex inquilino della Casa Bianca aveva accusato i gestori di essersi accaniti contro di lui con motivazioni politiche, anticipando che sarebbe migrato presto altrove per far sentire la propria voce. Pochi giorni dopo, una delle destinazioni più probabili, il social alternativo Parler, è stato però espulso a sua volta dagli negozi digitali di smartphone e tablet perché ritenuto inadeguato a moderare posizioni estremiste e violente.
Da social network a blog personale
L'annuncio di Trump di un nuovo social creato da zero è seguito a stretto giro, ma non ha portato a nulla del genere. L'unica soluzione partorita dal team tecnico che assiste l'imprenditore miliardario è stata proprio From the Desk of Donald J. Trump, non un vero social ma un blog che si appoggiava al sito personale di Trump e racchiudeva dichiarazioni dell'ex presidente pronte da ricondividere altrove sotto forma di citazioni e link. Dopo meno di un mese anche quel progetto è giunto a conclusione, e Trump si trova apparentemente ancora senza un luogo dal quale potersi esprimere con il pubblico di milioni di persone al quale l'avevano ben abituato Twitter e Facebook.
Il possibile ritorno su Parler
La situazione potrebbe però essere temporanea. Da una parte infatti, il consigliere di Trump Jason Miller ha confermato a CNBC che il blog non tornerà più online; d'altro canto, interpellato su Twitter, Miller ha anticipato che la mossa potrebbe essere effettivamente il preludio di un trasloco su una piattaforma social vera e propria. I sospetti a questo punto ricadono ancora una volta su Parler, che dopo le prime settimane di problemi con Google, Apple e Amazon, è riuscita a tornare online sul web e su smartphone.