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iPhone X, lo smartphone assemblato da studenti forzati a lavorare 11 ore al giorno

Sei studenti cinesi hanno raccontato di essere stati forzati a lavorare illegalmente nella catena di montaggio di Foxconn, dopo aver accettato di partecipare a un tirocinio in azienda.
A cura di Dario Caliendo
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Che la catena di produzione di iPhone X non fosse stata in grado a garantirne una distribuzione di massa in tempi brevi è un dato di fatto. Il nuovo smartphone di Apple è andato sold-out in pochi minuti e se in Italia – come nel resto dei 52 paesi in cui è in vendita – alcuni appassionati ne sono già in possesso, è molto probabile che per vedere distribuito iPhone X in quantità sufficienti a garantire la richiesta del dispositivo bisognerà aspettare i primi mesi del 2018.

Una domanda molto superiore all'offerta, quindi, alla quale i fornitori di Cupertino difficilmente riescono a stare dietro, che è stata "sporcata" da una sorta di "effetto collaterale" denunciato dal Financial Times: sei studenti hanno raccontato di essere stati forzati a lavorare illegalmente nella catena di montaggio di Foxconn, dopo aver accettato di partecipare a un tirocinio in azienda.

"Siamo stati forzati dalla nostra scuola ad andare lì", dichiara una studentessa che ha dovuto assemblare fino a 1.200 fotocamere al giorno, "ciò che facevano lì non aveva niente a che fare con i nostri studi". I sei ragazzi sono parte di un gruppo di oltre tremila studenti tra i 17 e i 19 anni, che hanno accettato di svolgere il proprio periodo di "esperienza lavorativa" necessaria per il conseguimento del diploma, all'interno di Foxconn.

Il giornale britannico ha chiesto chiarimenti ad Apple e Foxconn ed entrambe le azienda hanno dichiarato che prenderanno provvedimenti. Da tempo l'azienda di Cupertino ha aperto un'indagine riguardo le giornate lavorative troppo lunghe, ma Foxconn ha messo in evidenza la partecipazione volontaria al tirocinio da parte degli studenti e la relativa retribuzione accompagnata anche da una serie di benefit. Il problema però è che la legge cinese proibisce ore di straordinari durante gli stage e permette agli studenti di lavorare in fabbrica per un massimo di 40 ore a settimana.

Non è una pratica nuova per Foxconn. Stando a quanto ha dichiarato un dipendente, l'azienda è solita assumere studenti nei periodi di maggiore richiesta, passando dai 200mila impiegati ai 300mila in modo da produrre 20mila iPhone al giorno. Ma questa volta, ha aggiunto, erano molti di più.

Repentina la posizione di Apple, che in un comunicato stampa ha scritto: "Nel corso di una recente indagine, abbiamo scoperto casi di tirocinanti che lavoravano fuori orario presso una struttura di fornitori in Cina. Abbiamo confermato che gli studenti lavoravano volontariamente, erano stati retribuiti e avevano ricevuto dei benefit, ma non avrebbero dovuto essere autorizzati a lavorare fuori orario. In questa struttura, i programmi di tirocinio per studenti sono a breve termine e rappresentano una percentuale molto piccola della forza lavoro. Quando abbiamo scoperto che ad alcuni studenti era permesso di lavorare fuori orario, abbiamo agito tempestivamente. Un team di specialisti è sul posto presso la struttura e sta lavorando con il management per trovare sistemi per garantire che vengano rispettati gli standard appropriati. Apple si impegna a garantire che tutti nella catena di fornitura siano trattati con la dignità e il rispetto che meritano. Sappiamo che il nostro lavoro non si ferma mai e continueremo a fare tutto il possibile per avere un impatto positivo e proteggere i lavoratori nella nostra catena di fornitura".

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