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Jeff Jarvis su Twitter contro Washington…in rete è subito un trend!

Il famoso giornalista e tecno-addicted americano, creatore di Entertainment Weekly e del celebre blog BuzzMachine, ha scritto un tweet contro la politica di Washington, accusata di non aver rispettato le attese dei cittadini americani dopo le presidenziali americane del 2008, che ha subito riscosso un successo planetario.
A cura di Vito Lopriore
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Jeff-jarvis-attacca-la-politica-americana-su-Twitter

Mettiamo il caso che in Italia un opinion leader – un giornalista famoso, conduttore televisivo, commentatore radiofonico, attore, imprenditore o magari un dirigente di un’azienda pubblica, lasciando da parte politici e intellettuali che vengono spesso inseriti in alcuni prototipi che possono modificare la sostanza in sè della comunicazione – decidesse all’improvviso di scrivere un tweet, di dura protesta, sul famoso social media di microblogging, contro la politica: cosa ne verrebbe fuori? Ci sarebbe molta gente che si appassionerebbe all’evento, ma che seguito avrebbe sui media principali? Che impatto reale avrebbe insomma sull’opinione pubblica?

Si è abituati a fenomeni di qualunque tipo, dai grillini agli insulti in tv, dalle manifestazioni per la libertà, da entrambe le parti, a prime pagine dei giornali che assomigliano alla propaganda politica di qualche decennio fa fino ad allusioni e dichiarazioni pubbliche di scarso gusto.

Jeff Jarvis e il nuovo partito online Americans Elect

Jeff Jarvis (@jeffjarvis) è una delle figure più influenti in America dei new media e della comunicazione digitale; pensare che, solo con un post sul suo blog, riuscì a mettere in ginocchio una grande azienda come Dell, quando i social media erano ancora nella loro infanzia. L’ex-conduttore televisivo e creatore di Entertainment Weekly, in altre parole un veterano della vecchia scuola e anticipatore della nuova, ha postato qualche giorno fa, sabato sera, su Twitter il seguente messaggio:

Tweet-iniziale-di-Jeff-Jarvis-Fuck-you-Washington

Invitando molta gente a seguirlo, l’hashtag irripetibile quanto indimenticabile #fuckyouwashington è diventato un vero trend su Twitter che ha innescato, e continua a sortire, una serie infinita di retweet e commenti sui social, in un rimbalzo che ha amplificato la portata della comunicazione e fatto emergere lo scontento americano nei confronti della classe politica. Ecco la mappa del trend diffuso in quasi tutti i continenti del mondo:

Trendmap-del-tweet-di-Jaff-Jarvis-Fuck-You-Washington

In America si sta organizzando addirittura un partito alternativo a quelli storici dei Democratici e Repubblicani, chiamato Americans Elect, che ha già una pagina Facebook naturalmente, e che nasce dall’idea bottom-up di un gruppo che sta provando a organizzare una campagna elettorale online per porre una terza candidatura alle elezioni presidenziali del 2012. E pensare che Obama è stato il primo politico a capire il potenziale delle nuove tecnologie dell'informazione e dei social media…

American-Elect-partito-americano-nato-sul-web

Il gruppo Americans Elect sta ottenendo attenzione anche dalla stampa cosidetta mainstream, l’editorialista del New York Times oppure il commentatore politico David Weigel dello Slate Magazine stanno dedicando numerose colonne a questo fenomeno. Il problema non è il presidente Obama ma Washington, visto che ad oggi l’eredità delle elezioni 2010 è considerata l’esatto opposto di ciò che gli elettori arrabbiati volevano, il che rende ancora più tesa l’opinione pubblica. In breve, Americans Elect è il primo processo di nomina aperta per concorrere alle presidenziali: attraverso Internet si da la possibilità ad ogni singolo elettore  − democratico, repubblicano o indipendente – il potere di nominare il proprio candidato nel 2012.

Ecco qualche tweet di americani delusi, che usano Internet per avere una voce partecipativa all’interno del dibattito economico, politico e sociale. C’è chi dice che il welfare non esiste per tutti ma solo per le ricche corporazioni oppure chi riconosce la volgarità dell’hashtag ma ritiene che ciò che i politici stanno facendo è più osceno di quattro lettere…bisogna farsene una ragione.

Alcuni-tweets-del-trend-americano-Fuck-you-Washington

Qual è il potere oggi di un hashtag (#)?

A parte i giudizi di valore, il nuovo progetto americano del candidato indipendente permette ai cittadini di inserire un questionario su ciò che essi considerano le priorità politiche: educazione, politica estera, economia, salute, lavoro ecc. Questo consente agli elettori americani di mettersi in contatto l’un l’altro, condividere le proprie opinioni e discuterle mentre ci sta organizzando. Quindi si può invitare qualcuno a candidarsi o supportare un altro che si è già proposto: contribuire cioè alla lista di candidati e domande che ci sono sulla piattaforma digitale di American Elect e provare a dare le risposte.

Come insegna Jarvis, il bello dell’hashtag è che nessuno può controllarlo; non è marketing, né media né un messaggio politico, è differente da un dominio su Internet o su Facebook o su Google Plus. In realtà è un “meme”, un’entità segnica nuova nella comunicazione umana che costituisce essa stessa un’interazione mai conosciuta prima tra l’emittente e ricevente del messaggio. Li rinnova continuamente, cambiandone spesso la vettorialità grazie alle nuove tecnologie e soprattutto ai social media. Twitter è considerato anche una nuova forma di informazione, "giornalismo partecipativo", che permette delle sorprendenti coperture live degli eventi a cui anche un hashtag può dare inizio.

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