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L’accusa dei dipendenti di Amazon: “Dobbiamo urinare nelle bottiglie per risparmiare tempo”

I lavoratori di un magazzino inglese preferiscono urinare dentro alle bottiglie per evitare di dover andare in bagno e perdere tempo rallentando la catena di lavoro. Lo ha rivelato un giornalista infiltratosi sotto copertura all’interno del magazzino.
A cura di Marco Paretti
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I lavoratori di un magazzino inglese preferiscono urinare dentro alle bottiglie per evitare di dover andare in bagno e perdere tempo rallentando la catena di lavoro. Lo ha rivelato un giornalista infiltratosi sotto copertura all'interno del magazzino per scrivere il suo libro "Hired: Six Months Undercover in Low-Wage Britain. Pochi giorni fa alcuni rapporti avevano indicato un aumento degli obiettivi dell'azienda, elemento che ha comportato una maggiore pressione sui dipendenti e un aumento dello stress dovuto alla necessità di raggiungere i nuovi traguardi.

Nel libro del giornalista James Bloodworth viene descritta una pratica attuata dai dipendenti dedicati alla raccolta dei prodotti da spedire all'interno del magazzino di Staffordshire, nel Regno Unito. Come spiega l'autore, i lavoratori utilizzano delle bottiglie al posto dei bagni per espletare i loro bisogni fisiologici perché in questo modo non devono allontanarsi troppo dal loro posto di lavoro. Hanno paura, continua il libro, di essere richiamati e di perdere il lavoro. In un'intervista rilasciata al The Sun, Bloodworth ha poi spiegato che durante la sua permanenza il magazzino gli è sembrato una prigione o un aeroporto a causa delle molte telecamere di sicurezza e scanner deputati al controllo dei dipendenti e degli oggetti che portavano all'interno del luogo di lavoro.

"Dal punto di vista di Amazon, non abbiamo diritto di stare male" ha risposto un dipendente anonimo a una ricerca svolta da Organize, una piattaforma per i diritti dei lavoratori. Secondo il sondaggio anonimo pubblicato dall'organizzazione, il 74 percento dei lavoratori evitano di utilizzare i bagni per paura di essere richiamati, mentre il 55 percento dei dipendenti avrebbe sofferto di depressione. L'80 percento dei partecipanti al sondaggio ha affermato che non si candiderebbe più per un lavoro in Amazon. "Ho avuto una crisi a lavoro e sono stato trasportato in ospedale" racconta un lavoratore. "Il giorno dopo mi hanno chiesto perché non fossi a lavoro. Gliel'ho spiegato, ma sono comunque stato richiamato per non essermi presentato in magazzino".

Secondo il regolamento di Amazon, i dipendenti hanno diritto a 30 minuti di pausa non pagati più due pause pagate da 15 minuti, in linea con la maggior parte delle leggi sul lavoro statunitensi. Secondo molti, però, l'area di lavoro e quella dedicata alle pause sono molto distanti e il percorso diminuisce fortemente il tempo a disposizione. "Amazon fornisce un luogo di lavoro sicuro e positivo a migliaia di persone in tutto il Regno Unito, con stipendi competitivi e benefici dal primo giorno" ha scritto Amazon in una nota. "Non abbiamo avuto conferma che le persone citate dal sondaggio abbiano lavorato in Amazon e non riconosciamo queste accuse come un ritratto accurato delle attività nei nostri edifici".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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