Spaventoso, invasivo, sbagliato. Secondo quanto riporta il Washington Post in un dettagliato speciale, l'FBI da anni ha la possibilità di attivare segretamente le webcam integrate nei computer, evitando che si accenda il led di notifica (il cui compito è proprio quello di avvertire gli utenti che la webcam è attiva).
"A causa della crittografia e perchè gli obiettivi utilizzano sempre di più i dispositivi mobili" – spiega Marcus Thomas, former assistant director della divisione tecnologica dell'FBI – "la legge deve organizzarsi in modo da poter accedere a questi dispositivi o al cloud."
La tecnica incriminata, è stata attivata per rintracciare un terrorista che da anni minaccia di compiere attentati in luoghi pubblici in tutti gli Stati Uniti, ma che a quanto pare è a piede libero. Un terrorista, spiega il Washington Post, che due giorni dopo che uno squilibrato aveva ucciso a colpi d'arma da fuoco 22 persone in un cinema di Aurora, in Colorado, ha chiamato l'ufficio locale dello sceriffo affermando che l'uomo che ha commesso la strage, James Holmes, era un suo amico e che se non fosse stato rilasciato lui avrebbe fatto saltare in aria un edificio pieno di persone.
L'Fbi ha quindi richiesto ed ottenuto l'autorizzazione da un magistrato federale, a Denver, per poter avviare l'utilizzo di questa particolare tecnica di ricerca elettronica. In altri casi però, le autorità sono state più rigide: un giudice di Houston ad esempio, si è espressamente dichiarato contrario all'attivazione della webcam in remoto, perchè si sarebbe trattato di una tecnica «estremamente intrusiva».
Una tecnica di spionaggio mirata e regolamentata dalla legge a quanto pare, ma ciò non toglie che l'idea che ci sia un modo per spiare ognuno di noi tramite le webcam integrate in tutti i computer fa venire i brividi.
