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L’industria tecnologica si schiera con Apple nella battaglia contro l’FBI

La battaglia Apple vs FBI, che in molti definiscono una delle più grandi sfide dell’industria tecnologica, ha già chiarito gli schieramenti. Un numero sempre maggiore di aziende tech si sono schierate dalla parte di Cupertino, criticando fortemente le modalità con cui le autorità hanno chiesto di accedere all’iPhone di un attentatore della strage di San bernardino.
A cura di Marco Paretti
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tim cook bocconi

La battaglia Apple vs FBI, che in molti definiscono una delle più grandi sfide dell'industria tecnologica, ha già chiarito gli schieramenti. Un numero sempre maggiore di aziende tech si sono schierate dalla parte di Cupertino, criticando fortemente le modalità con cui le autorità hanno chiesto di accedere all'iPhone di un attentatore della strage di San bernardino e denunciando quello che potrebbe diventare un pericoloso precedente per la sicurezza informatica nei prossimi decenni. Persino rivali storiche hanno espresso il loro sostegno nei confronti della causa di Apple, il cui CEO Tim Cook ha già divulgato una lettera aperta nella quale spiega che "il governo chiede qualcosa che semplicemente non abbiamo e riteniamo pericoloso creare".

Nel corso delle ultime ore realtà come Google, Microsoft e WhatsApp si sono schierate dalla parte della mela, seguite da organizzazioni come Amnesty International, American Civil Liberties Union ed Electronic Frontier Foundation. Il CEO di Google, Sundar Pichai, ha descritto la lettera di Cook "importante", spiegando che la richiesta delle autorità può costituire "un precedente pericoloso e preoccupante". Microsoft, in una nota, ha invece affermato che "alle aziende non dovrebbe essere chiesto di creare delle backdoor nelle tecnologie che tengono al sicuro le informazioni degli utenti".

Persino il CEO di WhatsApp, Jan Klum, si è espresso in favore di Apple e della protezione dei dati con un post pubblicato sul suo profilo Facebook. "Non dobbiamo permettere che questo precedente diventi realtà" ha spiegato. "Oggi la nostra libertà è a rischio". Infine, diverse organizzazioni hanno sostenuto la causa di Cupertino attraverso dei comunicati divulgati nel corso delle ultime ore. "Apple deve combattere, la richiesta dell'FBI mette a rischio i dati, la privacy e la libertà d'espressione" scrive Amnesty International, seguita dalla Electronic Frontier Foundation che, in una lunga lettera, sottolinea di supportare Apple perché "il governo sta chiedendo molto più che semplice assistenza. Applaudiamo l'azienda per essersi levata in difesa della sicurezza e dei diritti dei suoi clienti".

In molti credono che, una volta creato il software modificato per iPhone e fornita la chiave alle autorità, il governo chiederà sempre più spesso accesso alle informazioni contenute all'interno dei dispositivi, utilizzando questo potere per prendere il controllo di qualsiasi software e device sul mercato, anche al di fuori di Apple. "Si tratta di una mossa senza precedenti, stupida e illegale da parte del governo" ha concluso la American Civil Liberties Union. "La Costituzione non permette alle autorità di obbligare le aziende ad hackerare i dispositivi dei propri clienti. Apple merita di essere lodata per aver risposto con fermezza".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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