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La Cina blinda l’algoritmo di TikTok: così i compratori vogliono aggirare il blocco

Mentre lo sviluppatore ByteDance cercava di vendere la porzione statunitense di TikTok a un’azienda locale per non incorrere nelle sanzioni USA, il governo cinese ha messo il veto su un aspetto centrale dell’operazione. I potenziali acquirenti stanno ora cercando un modo per mettere le mani sull’app aggirando il nuovo ostacolo.
A cura di Lorenzo Longhitano
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La vendita delle operazioni statunitensi di TikTok imposta dall'amministrazione Trump allo sviluppatore cinese ByteDance si sta complicando. Mentre l'azienda sta valutando a chi cedere parte della sua piattaforma di condivisione video, il governo cinese negli scorsi giorni ha introdotto norme che danno a Pechino la possibilità di mettere il veto all'operazione, o quantomeno di ritardarla fino a metterla in pericolo. Secondo quanto riporta Reuters, i potenziali compratori di TikTok (con Microsoft e Oracle in pole position) stanno però lavorando su quattro possibili modi per mettere le mani sull'app senza incorrere nello stop cinese.

Il cuore pulsante di TikTok

Mentre l'amministrazione Trump ha imposto a ByteDance di vendere la porzione statunitense di TikTok da inizio agosto, la contromossa cinese è relativamente recente; risale alla fine del mese scorso e nello specifico consiste in una modifica alla sua lista di tecnologie la cui esportazione deve necessariamente passare dall'approvazione governativa. Il catalogo era stato rimaneggiato l'ultima volta nel 2008, e nella sua ultima rielaborazione ha finito con l'includere sistemi di machine learning per la raccomandazione dei contenuti. Nel caso di TikTok, si tratta della tecnologia alla base dei Per Te, la paginata principale dell'app che consiglia a ciascun utente i migliori video secondo i suoi gusti, scegliendoli tra milioni e milioni.

Le quattro strategie

Per questo motivo, una delle strategie che i compratori di TikTok stanno discutendo è quella di comprare la parte statunitense dell'app rinunciando però alla tecnologia in questione per sostituirla con una realizzata internamente; il problema è che l'algoritmo nelle mani di ByteDance potrebbe semplicemente essere troppo prezioso e la sua assenza potrebbe pregiudicare il funzionamento dell'intera piattaforma. La seconda strada — ha riferito Reuters — è quella di negoziare con le autorità statunitensi un periodo di transizione di un anno che però il governo cinese potrebbe non accettare.

Le ultime due soluzioni sul piatto sono dunque quelle di chiedere al governo cinese l'autorizzazione all'acquisto della tecnologia di raccomandazione, oppure chiederla in licenza a ByteDance senza acquistarla, lasciandone cioè il controllo nelle mani dello sviluppatore originale: nel primo caso però le tempistiche dell'operazione potrebbero allungarsi a dismisura, mentre il secondo scenario potrebbe non trovare il nulla osta del governo USA, che pretende una indipendenza totale del network TikTok statunitense dall'influenza cinese.

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