La connessione 4G del nuovo iPad non funziona in Australia ed Europa, Apple costretta ai rimborsi
Apple condannata (ancora una volta) per pubblicità ingannevole. Secondo i giudici federali il colosso di Cupertino avrebbe messo in vendita il nuovo iPad garantendo a tutti i clienti la possibilità di sfruttare le nuove connessioni super veloci 4G anche se queste funzionano solo negli Usa e nel vicino Canada. Il tablet Apple infatti opera su reti LTE sulle frequenze a 700 e 2100Mhz, mentre in Australia ed Europa la stessa connessione viaggia sui 1800Mhz; in poche parole non funziona, se si esclude l'area nord americana. Difficile che a Cupertino non fossero a conoscenza del problema anche prima della commercializzazione del nuovo iPad, eppure ai clienti di tutto il mondo è stata assicurata la possibilità di sfruttare il nuovo tipo di connessione dati.
Ecco perchè il tribunale australiana ha imposto all'azienda americana di chiarire nella sua pubblicità che "questo prodotto supporta reti cellulari molto veloci. Non è tuttavia compatibile con l'attuale rete LTE 4G australiana e con quella WiMAX". Inoltre Apple è stata obbligata a contattare tutti coloro che hanno acquistato il modello Wifi+4G offrendo loro la possibilità di restituire il terminale ed essere rimborsati. Il problema è che la stessa incompatibilità sussiste anche in Europa, dove comunque il nuovo iPad non è in grado di sfruttare la rete LTE (che in Italia non esiste ancora) e ci sono tutti gli estremi per accusare Apple di aver fatto pubblicità ingannevole anche nel vecchio continente.
Per ora Cupertino non ha rilasciato dichiarazioni in merito alla “questione europea” ma sono in molti ad essere convinti che la strategia della Mela sarà la stessa adottata in Australia, ovvero l'offerta di rimborso per i clienti insoddisfatti, l'unico escamotage con il quale l'azienda fondata da Steve Jobs potrebbe scongiurare il rischio di sanzioni nei singoli paesi. È molto probabile comunque che Apple chiarisca la situazione a breve termine, prima dell'arrivo delle quasi certe class-action che i consumatori europei, al pari di quelli australiani, porteranno in tribunale.