La piccola grande Italia in rete
Come affermava già l’ex Presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi, i piccoli comuni sono un'opportunità straordinaria da cogliere per il Paese Italia. E in effetti, a ben vedere, tra gli 8.000 comuni italiani, il 70% sono piccoli, molto piccoli: contano meno di 5.000 abitanti. Ma la portata di questi 5.835 piccoli comuni è enorme se si pensa che rappresentano circa 10 milioni e mezzo di abitanti, il 19% degli Italiani e, soprattutto, sono i custodi veri del territorio e della tradizione storica di questo Paese. Si occupano del 55% del territorio della nazione, devono far fronte a una miriade di problemi, quali il dissesto idrogeologico, e presidiano i beni più preziosi: identità, valori, tradizioni, artigianato locale e gli innumerevoli tesori artistici e architettonici che impreziosiscono i loro centri storici.
Le carte vincenti dei piccoli borghi
Salvaguardare questi comuni è di vitale importanza. Significa rilanciare la nazione, evitare lo spopolamento dei borghi e investire nei giovani e nel futuro. La fotografia è per certi versi accattivante: i piccoli borghi hanno una grande capacità attrattiva, una densità imprenditoriale, che nei piccoli comuni è di 10,4 imprese per 100 residenti contro una media del Paese di 8,5 e anche una concentrazione dei giovani in ingresso nel mercato del lavoro del 17,3% rispetto a una media nazionale di 16,9. Certo i lati negativi non mancano: livelli di istruzione più bassi (solo il 7,1% di laureati contro il 10,8 del resto d'Italia), redditi più bassi del 13,3%, un progressivo invecchiamento della popolazione e una generale carenza di servizi strutturali tra i quali la bassa diffusione della Banda Ultra Larga (solo il 17,4% delle utenze servite contro una media nazionale del 66,9). Lanciare anche queste piccole realtà nel futuro tecnologico garantirebbe un ritorno immediato ma anche un rilancio per tutto il Paese.
Innovazione e piccole comunità
L'innovazione deve toccare anche loro. In molti si sono attivati da soli. Lo si evince dai racconti raccolti in occasione della Giornata del Voler Bene all’Italia, in concomitanza con la Festa della Repubblica. Una giornata voluta da Legambiente e sponsorizzata da grandi gruppi quali Poste Italiane e Open Fiber. Le storie di innovazione che si raccontano sul portale sono tante. Dalla riqualificazione energetica delle scuole a Uggiano la Chiesa nel Salento orientale, alla costituzione del Distretto turistico della Costa d'Amalfi – tra 14 comuni e 55 imprese per costruire un modello sostenibile – al fotovoltaico sugli edifici pubblici a San Lorenzo Bellizzi in Calabria, un paese con poco più di 660 abitanti.
Un'autostrada che attraversa i piccoli Comuni
Anche la rete in fibra ottica è un'innovazione benvenuta nei piccoli comuni. Dove non investono i privati, ci pensa Open Fiber. Open Fiber, infatti, si è aggiudicata tutti e tre i bandi Infratel, società inhouse del MISE, e ora è impegnata a portare la sua fibra in 7635 località, molte delle quali piccoli se non piccolissimi comuni, di tutte le 20 regioni italiane, garantendo a tutti una velocità fino a 1 gigabit al secondo. Open Fiber è un operatore wholesale only, ovvero realizza infrastrutture di telecomunicazioni interamente in fibra ottica offrendole poi agli operatori partner: questo avviene anche dove gli investimenti di natura privata non sono accompagnati da ritorni economici ritenuti adeguati. Non a caso, queste zone del Paese sono anche definite “aree a fallimento di mercato”. Con Open Fiber ogni piccolo comune avrà la propria rete in fibra fino a casa (FTTH) o la tecnologia FWA (Fixed Wireless Access) per le zone più difficili da raggiungere. Sono quasi due milioni le unità immobiliari sulle quali si sta operando il cablaggio della fibra ottica e nel corso del 2019 l'obiettivo di Open Fiber è di aprire cantieri in altri 2000 Comuni e chiuderli in circa 850. Tra questi alcuni sono già conclusi come Floresta, il borgo più alto della Sicilia con i suoi 450 abitanti, e Arquà Petrarca nei Colli Euganei, il paese legato al famoso omonimo poeta. Altri cantieri stanno per essere ultimati come ad Anghiari in Toscana.
Più fibra, più sostenibilità
Sembra banale, ma è così: più la connessione è veloce e più si facilita la sostenibilità ambientale. La diffusione di queste infrastrutture accelera i processi di digitalizzazione, aiutando a promuovere anche nei luoghi più isolati e marginali modalità di lavoro diverse, dematerializzate come il telelavoro, la telemedicina e la Pubblica Amministrazione digitale. Ma anche la stessa messa in posa di questi cablaggi vede ridurre ogni giorno di più l'impatto ambientale: non solo per il 45% della rete sviluppata si utilizzano le infrastrutture esistenti, ma dove non è possibile, si procede con scavi ridotti, le cosiddette minitrincee (solo 10 cm di larghezza e 40 cm di profondità). Insomma… benvenuta Open Fiber! Benvenuto futuro!