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La protesta delle donne davanti al CEO di Microsoft: “Molestate e discriminate”

Un gruppo di dipendenti Microsoft si è presentato ad un incontro con il CEO Satya Nadella per protestare in merito al trattamento che l’azienda riserverebbe alle donne durante il lavoro.
A cura di Marco Paretti
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Un gruppo di dipendenti Microsoft si è presentato ad un incontro con il CEO Satya Nadella per protestare in merito al trattamento che l'azienda riserverebbe alle donne durante il lavoro. Secondo il gruppo, all'interno di Microsoft ci sarebbero state diverse segnalazioni di discriminazione in fase di promozione e di molestie sessuali, elementi che hanno acceso una grande discussione all'interno dei forum dell'azienda nel corso delle ultime settimane. L'incontro è stato partecipato da circa 150 persone, ma altre lo hanno seguito i streaming da remoto. Il gruppo di protesta era composto da donne e uomini vestiti di bianco, elemento ispirato dalle donne del congresso che a febbraio hanno vestito il bianco delle suffragette per protestare durante lo State of the Union.

In risposta alle preoccupazioni, Nadella ha espresso la sua tristezza e disapprovazione, promettendo ulteriore trasparenza sulle promozioni. L'elemento che ha scatenato la polemica interna è stata la mail di una dipendente sconvolta per aver provato invano ad accedere ad una promozione per anni, ma che, nonostante il supporto di manager e colleghi, non è mai riuscita ad ottenere. "Il club degli uomini ha vinto su ogni fronte" si legge nel messaggio. Centinaia di messaggi sono poi giunti in risposta dalle altre dipendenti che hanno raccontato esperienze simili, con storie di discriminazioni e persino di molestie.

In uno di questi messaggi una ragazza racconta che, durante un viaggio di lavoro, un collega di un'azienda partner ha minacciato di ucciderla se lei non avesse compiuto un non specificato atto sessuale. Una volta allertate le risorse umane e i suoi manager, però, si è vista rispondere che si trattava solo di un flirt e alla richiesta di essere riassegnata ad un altro team per non dover più viaggiare con quell'uomo le è stata posta davanti una scelta: 60 giorni per decidere se cambiare ruolo o essere licenziata. Un'altra dipendente ha raccontato che durante una riunione di alcune lavoratrici del team Xbox, quasi tutte le donne hanno ammesso di essere state chiamate "bitch" a lavoro.

"Siamo rattristati nel leggere queste esperienze" ha poi risposto la Chief People Officer Kathleen Hogan. "È molto doloroso leggere queste storie e sapere che tutti stanno affrontando questi comportamenti in Microsoft. Dobbiamo fare di meglio. Controllerò personalmente la questione con il mio team, faremo di tutto per fermare questo comportamento". Un movimento simile era nato lo scorso anno in Google, dove una nota interna di un dipendente aveva acceso una feroce polemica riguardante le pratiche di assunzione discriminatorie dell'azienda.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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