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Opinioni

La recensione di Xbox Series S, la console piccola ed economica (ma la next gen è un’altra cosa)

Abbiamo passato due settimane in compagnia di Xbox Series S, la console “minore” della prossima generazione di Microsoft. È piccola, economica e porta con sé alcune delle migliorie tecniche della sorella maggiore Series X. Ma i compromessi sono davvero tanti e la next gen, alla fine, è da tutt’altra parte.
A cura di Marco Paretti
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Ci separano solamente pochi giorni dall'inizio della nuova generazione di console: a partire dal 10 novembre il settore dei videogiochi entrerà ufficialmente in una nuova era con l'arrivo di Xbox Series S e Series X, accompagnate il 12 novembre (ma in Italia il 19 novembre) da PlayStation 5. Due console Microsoft diverse fra loro e due console Sony praticamente identiche, con un doppio approccio fisico e digitale che però accompagna entrambe le aziende. Manca poco alla next gen, ma l'entusiasmo è palesemente meno evidente degli scorsi anni. Sarà il periodo particolare in cui escono le nuove console, saranno le novità molto "tecniche" che le accompagnano, sarà che Microsoft nello specifico ha optato per una scelta che di fatto sovrappone le Xbox One alle Xbox Series. Mettere mano a Xbox Series S non ti fa sentire nella next gen, ma solo su un'altra delle piattaforme Microsoft che negli ultimi anni hanno invaso il mercato dei videogiochi. Sarà un bene o un male per i giocatori?

Prima Xbox One, poi Xbox One S e, infine, Xbox One X: con le sue console Microsoft ha fatto una scelta molto particolare, cioè quella di puntare a un hardware ultra compatibile in modo da spalmare i suoi servizi (in particolare il Game Pass) su quanti più dispositivi possibile. E lo stesso sarà con Xbox Series S e X. Da un lato questo permette di aumentare considerevolmente il numero di giocatori che non viene "lasciato indietro", mentre dall'altro ha come effetto collaterale il fatto che le sensazioni, una volta accesa la nuova console, siano molto meno entusiasmanti. Series S presenta la stessa interfaccia grafica della linea One, una risoluzione di 1440p (quindi minore di One X) e una potenza in termini di Teraflops più bassa rispetto all'ammiraglia della scorsa generazione. Certo, supporta tecnologie come il Ray Tracing hardware e una velocità di lettura maggiore, ma il feeling iniziale è molto insipido: stacchi una console, attacchi quella nuova ed è identica.

Ora, bisogna chiarire una cosa: Xbox Series S è la scelta economica e per questo porta con sé diversi compromessi. Costa 299 euro, non presenta un vano per il disco ed è caratterizzata da un design estremamente classico. Le manca, quindi, quella ingegnerizzazione che fa di Xbox Series X una console interessante di cui parlare, con la sua scheda madre spezzata in due e il particolare sistema di raffreddamento. Senza parlare delle forme, che in Series X colpiscono, mentre in Series S ricordano… una semplice console. Un elemento futile? Forse, ma questa generazione, sia per quanto riguarda la sopracitata Series X che per quanto riguarda PlayStation 4, ha fatto del design un elemento portante dell'esperienza.

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Insomma, Series S propone il minimo sindacale per definirsi next gen: i giochi gireranno con una grafica migliore (ma a 1440p) e si caricheranno più velocemente grazie alla Velocity Architecture (vero punto di forza di questa console). Ray Tracing? C'è. Variable Rate Shading? C'è. Il supporto a tutti i titoli next gen? C'è. Lo spazio? Non prevenuto. Scegliere di lanciare una console esclusivamente digitale con un SSD da 512 GB è forse la scelta più incomprensibile di Microsoft. O meglio, la si comprende: è per tenere basso il prezzo. Ma il risultato qual è? Che lo spazio finisce subito. Nella nostra prova abbiamo terminato lo spazio a nostra disposizione sull'SSD (di quei 512 GB ovviamente ne sono utilizzabili meno a causa dello spazio preso dal sistema) dopo 10 minuti dall'installazione della console. Il tempo di scaricare una manciata di giochi, senza nemmeno pensare di avvicinarsi a Call of Duty, che in questo momento occuperebbe più della metà dello spazio a disposizione. La soluzione? Comprare una memoria esterna. A caro prezzo.

Sulla memoria SSD proprietaria che Microsoft mette a disposizione per ampliare lo spazio della console (vale anche per Series X) bisogna fare una grande premessa. Primo, il costo è alto ma è in linea con quello di questa tipologia di memoria. Secondo, il processo di miniaturizzazione di un SSD che è di fatto grande quanto una memory card di PlayStation 2 è effettivamente notevole. Detto questo, il risultato per gli utenti che acquisteranno Series S e che desiderano ampliare lo spazio a propria disposizione è quello di dover pagare 250 euro in più per 1 TB di memoria aggiuntiva. In pratica, spendere quello che si è speso per la console per aumentare lo spazio. Ma a questo punto meglio dedicarsi a Xbox Series X: costa 499 euro, 200 in più di Series S ma 50 euro in meno della memoria esterna. Una situazione paradossale che chiaramente punta a interessare chi non vuole spendere più di 300 euro, ma che quindi si ritroverà bloccato dallo spazio. Ovviamente è possibile collegare un hard disk esterno a una delle prese USB, ma in questo modo si perde la velocità dell'architettura.

Il controller resta pressoché invariato rispetto a quello della generazione precedente. È leggermente più piccolo (4%, praticamente impercettibile) e presenta un pulsante in più: nella parte centrale Microsoft ha posizionato un tasto per catturare screenshot e registrare video di gioco. Utile, certo, ma anche in questo caso l'azienda ha scelto (per volontà o necessità) di non discostarsi dalla console precedente. Un altro elemento che rende il salto di generazione meno entusiasmante. In ogni caso il controller di Xbox è sicuramente uno dei migliori sul mercato, quindi è anche comprensibile la scelta di Microsoft in questo senso. Certo c'è da dire che con PlayStation 5 Sony ha deciso di realizzare un controller che fa dell'esperienza sensoriale il punto forte, proponendo sensori, feedback aptici e altre funzioni che rendono il suo utilizzo realmente "next gen". Il controller Xbox, per quanto notevolmente buono, resta "solo" un controller.

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L'ultimo punto, ma non per importanza, è ovviamente quello dei giochi. Qui la strategia delle due aziende differisce enormemente, perché mentre PlayStation resta tradizionalmente ancorata all'idea di vendere le singole copie (con qualche eccezione), Xbox ha da tempo deciso con successo di cavalcare l'onda dei servizi. Game Pass è sicuramente un'idea vincente che ha portato a Microsoft (e ai giocatori) notevoli benefici. L'abbonamento che mette a disposizione non solamente titoli di terze parti rilevanti ma anche e soprattutto tutti i titoli first party è un approccio fortemente competitivo perché garantisce agli abbonati l'accesso a tutti i giochi di fascia alta di Microsoft. E se nella scorsa generazione Sony ha assolutamente vinto la sfida sui first party, in questa generazione potremmo vedere qualcosa di buono anche da parte di Microsoft grazie alle acquisizioni portate a termine in questi ultimi mesi. Ma nel concreto, al lancio di Xbox Series S, cosa possiamo giocare?

Niente. O meglio, nulla di nuovo pensato appositamente per Xbox Series X/S, che dopo il rinvio di Halo Infinite si è letteralmente trovata senza giochi. Una falla molto particolare, visto anche l'approccio sopracitato che punta proprio ai first party, e che genera una situazione dove sono le terze parti a doversi sobbarcare il penso del lancio. Al day one potremo quindi giocare alle versioni next gen di 30 titoli come Watch Dogs: Legion, Assassin's Creed Valhalla, Fortnite, Call of Duty Black Ops: Cold War e di alcuni titoli Microsoft aggiornati come Gears 5 e Forza Motorsport 7. Alcuni saranno compatibili con il Quick Resume, cioè l'abilità di passare da un gioco all'altro senza dover attendere il ricaricamento di tutto il titolo. In generale, a parte la grafica migliorata, quello che funziona di questa console è la rapidità dell'architettura SSD, che comporta una riduzione estrema dei caricamenti prima e durante i giochi. È la cosa più "next gen" di Series S, che poi dovrà dimostrare di poter tenere testa alla sorella maggiore per quanto riguarda le performance grafiche più avanti nel tempo. Ultima nota sui giochi: Microsoft ha fatto un ottimo lavoro sulla retrocompatibilità, che è pressoché totale con i titoli Xbox, Xbox 360 e Xbox One.

E quindi cosa rimane di questa Series S? Una console meno potente di Xbox One X ma più veloce, dal design minimale ma anche "classico". Farà girare tutti i giochi per Series X ma a una risoluzione massima di 1440p e a massimo 120 frame per secondo. A chi si rivolge? A chi non vuole spendere molto, a chi sa che può gestirsi 512GB di spazio, a chi magari ha una connessione veloce e può eventualmente scaricare facilmente i giochi disinstallati e a chi, alla fine, si accontenta. Perché la next gen sotto molti aspetti è un'altra. Forse Xbox Series X. Sicuramente PlayStation 5.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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